Mercoledì 5 marzo noi di 1LES abbiamo partecipato, su proposta di Green School, ad un incontro con i volontari dell’associazione Plasticfree che si occupano di tutela ambientale tramite eventi, sensibilizzazioni in piazza e nelle scuole.
Organizzano anche giornate di pulizie ambientali con la speranza di far riflettere chi li incontra.
L’associazione Plasticfree è nata nel 2019 in Calabria grazie a un gruppo di ragazzi poco più grandi di noi. Il loro obiettivo è combattere l’inquinamento causato dalla plastica, ripulendo l’ambiente e sensibilizzando le persone, soprattutto i giovani. L’inquinamento da plastica è un problema enorme che riguarda tutti: l’ambiente, gli animali e anche noi esseri umani.
La plastica: da invenzione utile a problema globale
Negli anni ’60 la plastica ha avuto un enorme successo perché era economica, modellabile e resistente. Venne utilizzata per produrre moltissimi oggetti, ormai è indispensabile in molti ambiti; il problema è sorto quando è stato realizzato l’usa e getta. Oggi infatti sappiamo che ha anche molti aspetti negativi: non è biodegradabile e impiega centinaia di anni per degradarsi completamente. Inoltre è notevolmente aumentata la produzione di plastica con un conseguente enorme accumulo di rifiuti nell’ambiente.
Nel 1964 sono state prodotte 15 milioni di tonnellate di plastica, mentre nel 2022 si è giunti a 450 milioni di tonnellate. Un dato allarmante!
L’inquinamento da plastica nei mari e nei fiumi
Il 90% della plastica che troviamo sulle spiagge arriva dai fiumi o dalle correnti marine. Questo problema è presente anche in Italia: abbiamo visto, nel corso dell’incontro, che molti rifiuti in plastica erano rimasti bloccati sulle rive del fiume Po e questo accade lungo tutto il fiume ovviamente.
Gli oceani sono i più colpiti: ogni anno finiscono in mare circa 12 milioni di tonnellate di plastica, che si accumulano formando enormi isole di plastica. La più grande si trova vicino alla California e ha un’estensione simile a quella della Francia. Se ne sta formando una anche nel Mediterraneo, nei pressi della Corsica. Questi ammassi di rifiuti sono composti per il 49% da plastica monouso e per il 27% da materiali di pesca. In totale, si stima che negli oceani ci siano circa 150 milioni di tonnellate di plastica, comprese le microplastiche, frammenti minuscoli che possono essere ingeriti dagli animali marini e finire nella catena alimentare. Non solo, ciò che vediamo sulle spiagge è solo l’1% della plastica presente negli oceani e che addirittura la plastica è stata trovata nella Fossa delle Marianne, il punto più profondo del pianeta!
Sperare che differenziare bene sia sufficiente purtroppo non è vero, la maggior parte della plastica non viene riciclata: solo il 24% viene riutilizzato, mentre il resto viene incenerito o disperso nell’ambiente.
Gli effetti della plastica sugli animali e sull’uomo
Molti animali soffrono a causa della plastica. Le tartarughe marine, ad esempio, scambiano i sacchetti di plastica per meduse e li mangiano, rischiando di morire soffocate o intossicate. Anche gli uccelli marini e i pesci ingeriscono rifiuti di plastica, con gravi conseguenze per la loro salute.
Proprio per tutelare le tartarughe, Plasticfree ha aperto centri in cui vengono curate.
Ma il problema riguarda anche noi esseri umani: ingeriamo microplastiche attraverso il cibo e l’acqua. Ogni settimana, una persona assume circa 5 grammi di plastica, l’equivalente di una carta di credito! Le microplastiche possono contenere sostanze tossiche come piombo, mercurio e arsenico, che potrebbero causare danni alla nostra salute.
Cosa possiamo fare?
Ecco alcuni suggerimenti per ridurre l’inquinamento da plastica: cambiare le nostre abitudini e adottare un’economia circolare, che mira a ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare i materiali, evitando sprechi inutili.
Alcuni suggerimenti utili sono:
evitare la plastica monouso (bicchieri, posate, bottiglie ...);
riutilizzare e riciclare correttamente i rifiuti;
partecipare ad eventi di pulizia dell’ambiente, come quelli organizzati da Plasticfree;
sensibilizzare le persone intorno a noi.
Cosa faremo noi? Ecco alcuni nostri commenti
“Da questo incontro ho capito che anche i piccoli gesti possono portare a grandi risultati nel tempo. Spesso non ci rendiamo conto delle conseguenze delle nostre azioni: buttiamo rifiuti senza pensare dove finiranno o al danno che possono causare a noi stessi e agli animali. Ho iniziato a chiedermi perché le persone inquinino così tanto e credo che, in molti casi, sia dovuto alla scarsa consapevolezza: non conoscono le vere conseguenze delle loro azioni e non si rendono conto che il loro comportamento danneggia anche loro stessi”
“Le immagini viste durante l’incontro mi hanno impressionato: luoghi meravigliosi, completamente contaminati dall’uomo! Rischiare di non poter godere la natura a causa dei rifiuti è qualcosa di terribile. Se non cambiamo le nostre abitudini, tra cinquant’anni potremmo non poter più fare il bagno nel mare o passeggiare in un bosco senza trovarci circondati dalla plastica”
“L'incontro mi ha fatto riflettere sull'importanza delle nostre scelte quotidiane. Anche un gesto apparentemente insignificante, come raccogliere un rifiuto da terra o scegliere una borraccia al posto di una bottiglia di plastica, può fare la differenza. Troppe volte sento dire: “Il mio contributo non conta davvero”, ma non è vero. Se tutti adottassimo piccoli accorgimenti, l’impatto sarebbe enorme. Da oggi cercherò di fare la mia parte: raccoglierò i rifiuti che trovo per strada, inviterò gli altri a non inquinare e presterò più attenzione ai materiali dei prodotti che acquisto, scegliendo soluzioni riutilizzabili e sostenibili”
“Mi ha colpito il concetto di economia circolare: scegliere prodotti progettati per durare più a lungo e non lasciarsi influenzare dal packaging accattivante, preferendo quello più sostenibile. È importante ridurre il consumo di plastica monouso e riciclare correttamente, perché ogni piccolo sforzo contribuisce a migliorare la situazione”
“Questo incontro mi ha insegnato che l'ecosostenibilità non è solo una scelta, ma una necessità per garantire un futuro migliore a noi stessi e alle generazioni future. Spesso non ci rendiamo conto di quanto ci stiamo facendo del male da soli, ma ora so che posso fare la differenza e voglio impegnarmi affinché sempre più persone diventino consapevoli di questo problema. Salvaguardare il nostro pianeta è fondamentale e dobbiamo iniziare subito, perché ogni giorno che passa senza agire lo peggioriamo ancora di più”
Organizzano anche giornate di pulizie ambientali con la speranza di far riflettere chi li incontra.
L’associazione Plasticfree è nata nel 2019 in Calabria grazie a un gruppo di ragazzi poco più grandi di noi. Il loro obiettivo è combattere l’inquinamento causato dalla plastica, ripulendo l’ambiente e sensibilizzando le persone, soprattutto i giovani. L’inquinamento da plastica è un problema enorme che riguarda tutti: l’ambiente, gli animali e anche noi esseri umani.
La plastica: da invenzione utile a problema globale
Negli anni ’60 la plastica ha avuto un enorme successo perché era economica, modellabile e resistente. Venne utilizzata per produrre moltissimi oggetti, ormai è indispensabile in molti ambiti; il problema è sorto quando è stato realizzato l’usa e getta. Oggi infatti sappiamo che ha anche molti aspetti negativi: non è biodegradabile e impiega centinaia di anni per degradarsi completamente. Inoltre è notevolmente aumentata la produzione di plastica con un conseguente enorme accumulo di rifiuti nell’ambiente.
Nel 1964 sono state prodotte 15 milioni di tonnellate di plastica, mentre nel 2022 si è giunti a 450 milioni di tonnellate. Un dato allarmante!
L’inquinamento da plastica nei mari e nei fiumi
Il 90% della plastica che troviamo sulle spiagge arriva dai fiumi o dalle correnti marine. Questo problema è presente anche in Italia: abbiamo visto, nel corso dell’incontro, che molti rifiuti in plastica erano rimasti bloccati sulle rive del fiume Po e questo accade lungo tutto il fiume ovviamente.
Gli oceani sono i più colpiti: ogni anno finiscono in mare circa 12 milioni di tonnellate di plastica, che si accumulano formando enormi isole di plastica. La più grande si trova vicino alla California e ha un’estensione simile a quella della Francia. Se ne sta formando una anche nel Mediterraneo, nei pressi della Corsica. Questi ammassi di rifiuti sono composti per il 49% da plastica monouso e per il 27% da materiali di pesca. In totale, si stima che negli oceani ci siano circa 150 milioni di tonnellate di plastica, comprese le microplastiche, frammenti minuscoli che possono essere ingeriti dagli animali marini e finire nella catena alimentare. Non solo, ciò che vediamo sulle spiagge è solo l’1% della plastica presente negli oceani e che addirittura la plastica è stata trovata nella Fossa delle Marianne, il punto più profondo del pianeta!
Sperare che differenziare bene sia sufficiente purtroppo non è vero, la maggior parte della plastica non viene riciclata: solo il 24% viene riutilizzato, mentre il resto viene incenerito o disperso nell’ambiente.
Gli effetti della plastica sugli animali e sull’uomo
Molti animali soffrono a causa della plastica. Le tartarughe marine, ad esempio, scambiano i sacchetti di plastica per meduse e li mangiano, rischiando di morire soffocate o intossicate. Anche gli uccelli marini e i pesci ingeriscono rifiuti di plastica, con gravi conseguenze per la loro salute.
Proprio per tutelare le tartarughe, Plasticfree ha aperto centri in cui vengono curate.
Ma il problema riguarda anche noi esseri umani: ingeriamo microplastiche attraverso il cibo e l’acqua. Ogni settimana, una persona assume circa 5 grammi di plastica, l’equivalente di una carta di credito! Le microplastiche possono contenere sostanze tossiche come piombo, mercurio e arsenico, che potrebbero causare danni alla nostra salute.
Cosa possiamo fare?
Ecco alcuni suggerimenti per ridurre l’inquinamento da plastica: cambiare le nostre abitudini e adottare un’economia circolare, che mira a ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare i materiali, evitando sprechi inutili.
Alcuni suggerimenti utili sono:
evitare la plastica monouso (bicchieri, posate, bottiglie ...);
riutilizzare e riciclare correttamente i rifiuti;
partecipare ad eventi di pulizia dell’ambiente, come quelli organizzati da Plasticfree;
sensibilizzare le persone intorno a noi.
Cosa faremo noi? Ecco alcuni nostri commenti
“Da questo incontro ho capito che anche i piccoli gesti possono portare a grandi risultati nel tempo. Spesso non ci rendiamo conto delle conseguenze delle nostre azioni: buttiamo rifiuti senza pensare dove finiranno o al danno che possono causare a noi stessi e agli animali. Ho iniziato a chiedermi perché le persone inquinino così tanto e credo che, in molti casi, sia dovuto alla scarsa consapevolezza: non conoscono le vere conseguenze delle loro azioni e non si rendono conto che il loro comportamento danneggia anche loro stessi”
“Le immagini viste durante l’incontro mi hanno impressionato: luoghi meravigliosi, completamente contaminati dall’uomo! Rischiare di non poter godere la natura a causa dei rifiuti è qualcosa di terribile. Se non cambiamo le nostre abitudini, tra cinquant’anni potremmo non poter più fare il bagno nel mare o passeggiare in un bosco senza trovarci circondati dalla plastica”
“L'incontro mi ha fatto riflettere sull'importanza delle nostre scelte quotidiane. Anche un gesto apparentemente insignificante, come raccogliere un rifiuto da terra o scegliere una borraccia al posto di una bottiglia di plastica, può fare la differenza. Troppe volte sento dire: “Il mio contributo non conta davvero”, ma non è vero. Se tutti adottassimo piccoli accorgimenti, l’impatto sarebbe enorme. Da oggi cercherò di fare la mia parte: raccoglierò i rifiuti che trovo per strada, inviterò gli altri a non inquinare e presterò più attenzione ai materiali dei prodotti che acquisto, scegliendo soluzioni riutilizzabili e sostenibili”
“Mi ha colpito il concetto di economia circolare: scegliere prodotti progettati per durare più a lungo e non lasciarsi influenzare dal packaging accattivante, preferendo quello più sostenibile. È importante ridurre il consumo di plastica monouso e riciclare correttamente, perché ogni piccolo sforzo contribuisce a migliorare la situazione”
“Questo incontro mi ha insegnato che l'ecosostenibilità non è solo una scelta, ma una necessità per garantire un futuro migliore a noi stessi e alle generazioni future. Spesso non ci rendiamo conto di quanto ci stiamo facendo del male da soli, ma ora so che posso fare la differenza e voglio impegnarmi affinché sempre più persone diventino consapevoli di questo problema. Salvaguardare il nostro pianeta è fondamentale e dobbiamo iniziare subito, perché ogni giorno che passa senza agire lo peggioriamo ancora di più”
“Quanto ci hanno fatto vedere mi ha ricordato l’incontro con il professore Mauriello sulla fast fashion: ciò che buttiamo, prima o poi, torna a noi; questo vale per tutto ciò che facciamo, uso e spreco di plastica compresi. Da più contesti e professionisti ci giunge l’invito ad azioni più consapevoli e sostenibili, diciamo che non abbiamo molte scuse, dobbiamo agire e presto”
Classe 1Les (Liceo economico sociale di Laveno)