GLI ULTIMI ESPLORATORI DEL NOSTRO TEMPO ERANO VARESINI! Una mostra affascinante a Villa Mirabello

 

Chi di noi non ha mai sognato da bambino viaggi di esplorazione, scoperte archeologiche, ricerche etnografiche? Nonostante questo sia per la stragrande maggioranza delle persone solamente un sogno e che si pensi solitamente che le grande esplorazioni si siano concluse nel XIX secolo, ancora fino ai nostri giorni è vissuta una manciata di persone che hanno condotto esistenze avventurose, compiendo scoperte quasi leggendarie: tra questi i gemelli Alfredo e Angelo Castiglioni, fondatori del museo etnografico di Varese, intitolato a loro nome.
I fratelli, milanesi
di origine, si trasferirono a Varese, facendo della città-giardino il luogo di elezione della loro raccolta di reperti, frutto dei loro innumerevoli viaggi in particolare nel continente africano, alla ricerca di testimonianze, documenti, ricerche, che condussero al rinvenimento archeologico di città dimenticate come Berenice Pancrisia e Adulis.

Oggi in mostra al Museo di Villa Mirabello ci sono molti di questi oggetti, ma anche fotografie e video che fanno comprendere quanto il patrimonio di questa collezione sia sterminato: eppure nella memoria si imprime per sempre una foto particolare, quella dei due gemelli, in vespa, diretti verso il loro primo viaggio con destinazione Marocco. Era la metà degli anni Cinquanta del XX secolo e i due coraggiosi ragazzi, ventenni, decisero di recarsi in Africa, costeggiando Francia e Spagna per poi attraversare lo Stretto di Gibilterra: il tutto a bordo di una Vespa.

L’esposizione, che vanta il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, 
dell’ Ambasciata dello Stato di Eritrea, della Regione Lombardia e della Provincia di Varese, ha in realtà una prospettiva più ampia: infatti viene presentata la storia dei viaggi di esplorazione aventi come protagonisti uomini del nostro territorio, fino all’esperienza di Angelo e Alfredo Castiglioni. Grazie a questo impianto, la mostra, le cui stanze sono avvolte in un alone magico di mistero e fascino esotico, raggiunge un duplice scopo: da una parte riesce a far conoscere alcuni esploratori lombardi poco noti e i loro viaggi avventurosi, in secondo luogo, il cammino documenta la straordinaria esperienza dei fratelli Castiglioni, la loro opera di raccolta tramite carte, fotografie, documentari delle usanze di popolazioni ormai perdute o trasformate dalla globalizzazione, oltre alle straordinarie scoperte archeologiche compiute. Gli oggetti esposti provengono non solo, quindi, dal Museo Castiglioni, ubicato a Varese
presso Villa Toeplitz, ma anche da collezioni private: Lavazza, Palazzi, Lopalco, Moretti, Nicola, Bagnasco, Archivio Felice de Vecchi della famiglia Bitto oltre che dallo stesso Museo di Villa Mirabello (in particolare la collezione Macchi), dalla Biblioteca Civica di Varese e dalla Biblioteca “Cardinal Carlo Maria Martini” del Seminario Arcivescovile di Milano.

Una sala è dedicata alle stupefacenti scoperte archeologiche dei gemelli in Africa Orientale, dalla città mineraria di Berenice Pancrisia alla città portuale di Adulis, una sorta di Pompei conservata intatta sotto metri di fango e sabbia.

Una parte dell’esposizione riguarda le meraviglie tecnologiche usate dai due esploratori per fotografare, filmare, registrare le proprie testimonianze: a volte si tratta di vere e proprie invenzione, altre volte di escamotage geniali, con i quali i più stretti amici del gruppo hanno reso possibile “rubare” a terre immerse nella natura e isolate, scatti e video che in un tempo in cui non esistevano i droni sembravano mera utopia.

I fratelli Castiglioni, vivaci interpreti di un mondo ormai destinato a scomparire, novelli Schliemann del XX e XI secolo, sono in un certo senso gli ultimi esploratori del nostro tempo e costituiscono un modello incomparabile di vita per chi non intende abdicare dai propri sogni una volta cresciuto.

La mostra rimarrà aperta fino al primo giugno 2025.

Mario Facchetti, 5 A