Frammenti di un discorso d’autrice, Sandrine Collet, vincitrice del Premio Goncourt degli studenti - la scelta dell'Italia per l'edizione 2025, col suo romanzo: “ Madelaine avant l'aube”: “Anche nelle tenebre più oscure, non bisogna mai rinunciare”, “ dobbiamo cercare sempre quei piccoli sprazzi di felicità che la vita ci offre, riconoscerli e inseguirli, fissarli in un’eterna istantanea, anziché concentrarci solo sugli aspetti negativi, che come sappiamo bene, non mancano mai e finiscono per catalizzare la nostra attenzione e le nostre energie ” Lunedì 24 marzo, con le due alunne della 4° Esabac, Melissa Lavorato e Chiara Simioni, giurate per il liceo Sereni preposte alla lettura e alla selezione del romanzo migliore tra quelli proposti, insieme agli altri studenti italiani coinvolti, abbiamo partecipato alla giornata conclusiva del Prix Goncourt - le choix de l'Italie al Teatro Cantiere Florìda di Firenze. Dopo gli interventi ufficiali del console francese di stanza a Milano e degli addetti di ambasciata di Milano e Firenze, abbiamo ascoltato l'appassionante conferenza di Sandrine Collette, che ha riportato il Premio Goncourt riservato agli studenti italiani per l'edizione 2025. Rispondendo alle domande dei ragazzi e commentando alcune loro recensioni, Collette ha imbastito un discorso sulla sua opera, offrendoci vari spunti di riflessione, spaziando dal rapporto controverso che intercorre fra uomo e mondo, o fra uomo e natura, fino al confronto tra pensiero umano e comportamento animale. E qui ci ha spiazzati denunciando con fare diretto i preconcetti della nostra presunta/ presuntuosa idea di superiorità e di centralità, alla luce dei recenti casi di calamità naturali e cataclismi vari, che ristabiliscono da sempre la verità in causa, riportandoci alla nostra pochezza di esseri umani, semplici componenti del ben più vasto organismo dell'universo.Parallelamente, la scrittrice ha insistito sulla voluta omissione di riferimenti spazio-temporali nel suo romanzo, ambientato in un villaggio recondito della campagna francese più svantaggiata, dove la vita è dura da sempre, dove la gente vive e sopravvive talvolta a stento, in un rapporto scabro con la terra e col clima, spesso vittima di ingiustizie, di abitudini, credenze e superstizioni che sembrano reiterarsi inalterate da secoli, condannando questo paesino ad un destino di eterna immobilità: in questo contesto di miseria endemica, si inserisce il tema attualissimo dell'infanzia negata, abbandonata e sfruttata, dell'idea deviante del bambino visto come piccolo adulto senza identità né diritti. Ma è proprio in una situazione del genere, in questa terra di grandi foreste senza età che si prepara la condizione ideale per l'arrivo travolgente di Madelaine, una ragazzina misteriosa e selvaggia che con la sua forza, la sua purezza e con il suo istinto ribelle, porterà con sé un vento di rivolta e di cambiamento, capace di scuotere, magari in modo brutale, i suoi compaesani, ma anche il lettore, dal loro torpore: Madelaine che arriva dal nulla prima dell'alba è l'archetipo del bambino/giovane che promette un nuovo giorno e un nuovo in(d)izio, germe di una luce che è speranza e che non dobbiamo smettere mai di cercare e di alimentare dentro di noi, anche nei luoghi e nei momenti più bui della nostra esistenza. Questi, alcuni tra i tanti motivi di riflessione che Collette ci ha lasciato, parlando ad esempio del particolare processo creativo che prende forma in lei come un film compiuto prima ancora di concretizzarsi nella scrittura e soffermandosi a spiegarci il motivo dei rallentamenti e delle accelerazioni impressi al tempo della narrazione, come riflesso del rapporto tra ambiente, personaggi, eventi provocati o subiti ed emozioni provate. Collette ci ha parlato anche della magia insondabile dell'ispirazione, una convergenza imprevedibile di fattori, immagini, ricordi, incontri, letture che lavorano nel profondo per innescare nel tempo la scintilla acrobatica della scrittura. Ecco, riascolteremmo ancora e ancora queste parole, questi pensieri cui abbiamo la fortuna di avvicinarci con alcuni dei nostri studenti e vorremmo che tutti loro potessero provare la gioia dell'ascolto e dello stupore della parola che si fa racconto, pensiero e incanto.
Prof.ssa Lauretta Pirani