RAGAZZE E RAGAZZI UNITI CONTRO GLI STEREOTIPI DI GENERE
INCONTRO CENTRO EOS
Il giorno 28 novembre 2024 la classe 4Les ha partecipato ad un incontro tenuto da Barbara e Daniela, operatrici di accoglienza del Centro antiviolenza “EOS” a Varese, invitate dall’associazione “Sebben siamo donne” di Laveno Mombello.
Il centro “EOS” fa parte della rete “D.i.RE”, ad esso si rivolgono donne di ogni età, di ogni estrazione sociale, di ogni etnia, anche ragazze che vogliono chiarirsi su alcuni aspetti della loro relazione amorosa.
Quindi il tema dell’incontro è stato la violenza contro le donne e tutte quelle situazioni in cui la libertà delle donne viene limitata.
La violenza di genere ha radici antiche: secoli di stereotipi nei confronti delle donne, che nel tempo sono sempre state considerate inferiori rispetto agli uomini in diversi ambiti della vita, a partire da quello lavorativo fino ad arrivare anche a quello sociale, personale, relazionale e molto altro.
La violenza può assumere diversi aspetti come quella verbale, psicologica, fisica, assistita e, non da ultima, economica; non tutte sono facilmente riconoscibili, per questo è importante essere aiutate a rendersene conto e, se necessario, a denunciare.
Nei colloqui al centro EOS si è alla pari, le donne vittime di violenza parlano con altre donne che le ascoltano senza giudizi; spesso si crea un legame significativo fra le operatrici e le donne che chiedono aiuto, è un luogo di incontro, di amicizia, non solo di dolore.
Abbiamo visto come le donne abbiano l’opportunità di rinascere ed avere una crescita in questo percorso; di fatto le operatrici aiutano la donna a ricominciare la propria vita, a cercare un lavoro e ad uscire dalla relazione tossica dopo aver riacquistato fiducia in se stesse.
A volte è possibile che il percorso non venga concluso: ci hanno ricordato più volte che si tratta di un lungo processo in cui non ci devono essere pressioni e deve essere la donna a prendere la decisione di andare avanti e allontanarsi da una situazione di limitazione della libertà. Di fatto il compito delle operatrici non è quello di spronare la donna all’immediata denuncia o risoluzione del problema presentato, ma principalmente quello di ascoltare attivamente la donna senza affrettare il processo, non vogliono che la donna passi da una sottomissione ad un’altra.
Abbiamo tratto dall’incontro diverse nozioni istruttive e sensibilizzanti a proposito del tema della violenza di genere e in merito ai centri di ascolto preposti all’assistenza delle donne in difficoltà.
In conclusione, l’incontro ha suscitato emozioni quali angoscia e inquietudine all’interno del gruppo classe ed in effetti ciò che ha sconvolto maggiormente è la vicinanza con cui certi argomenti, creduti lontani, siano in realtà così quotidianamente presenti.
Crediamo sia importante sapere che ci sono degli enti che supportano ed affiancano le donne nei momenti di difficoltà, come lo è riflettere sul fatto che la spirale della violenza è subdola, parte da piccoli gesti, parole che possono sembrare poco significativi: ad esempio pretendere di controllare cellulare e social non è un segno di amore e attenzione ma di controllo e sopraffazione.
Quindi ragazze stiamo molto attente ai piccoli segnali, sia se riguardano noi sia se riguardano una persona a noi vicina, il numero 1522 è anonimo e può aiutarci ad avere chiarimenti su eventuali dubbi; anche voi ragazzi potete aiutare in questa rivoluzione culturale dimostrando che essere uomo ha un significato ben più profondo dell’essere violento, volgare, manipolatore, sopraffattore.
(Studentesse e studenti della 4LES Laveno)