Usare 4 sensi: 'Dialogo al buio' per la 1les di Laveno

 


Martedì 12 novembre siamo andati/e in visita d’istruzione a Milano per provare un’esperienza particolare e imparare a utilizzare tutti i nostri sensi. Nella nostra prima uscita didattica abbiamo quindi conosciuto un mondo estraneo al nostro: l'Istituto dei ciechi, in particolare Dialogo nel buio, un luogo dove persone, non vedenti o ipovedenti, fanno fare diverse esperienze invitando ad  utilizzare non cinque ma quattro sensi, quindi senza l’aiuto della vista.

Siamo partiti/e da Laveno con il treno e, arrivati/e alla stazione Cadorna, ci siamo divisi in gruppi e abbiamo deciso di sviluppare il nostro senso dell’orientamento per arrivare a destinazione utilizzando il meno possibile il cellulare e mai guardandolo. E’ stato più difficile del previsto, non poter guardare il navigatore ci ha un po’ destabilizzati/e.

In seguito, ci siamo nuovamente divisi/e in piccoli gruppi e abbiamo svolto il primo laboratorio in orari differenti: percorrere diversi luoghi completamente al buio con i soli aiuti di un bastone e della voce di una guida ipovedente o cieca. Durante il percorso abbiamo dovuto indovinare alcuni tipi di piante con il solo aiuto dell’olfatto e del tatto, simulare una spesa al mercato, indovinare il soggetto di alcuni quadri in bassorilievo e  ordinare da bere nel bar….ovviamente al buio. Finito il primo laboratorio ogni gruppo ha mangiato liberamente, accompagnati dalle docenti e dal docente, in giro per la città e il pomeriggio ci siamo ritrovati per svolgere il secondo laboratorio, “Tre sensi più uno”. Sempre al buio abbiamo esplorato il contenuto di una scatola, abbiamo ascoltato il rumore che produce lo sfregamento di alcuni materiali, usmato e assaggiato. Abbiamo potuto verificare, con l’accensione delle luci, se le nostre supposizioni erano corrette. Abbiamo inoltre posto molte domande alle nostre guide che hanno soddisfatto tutte le nostre curiosità.

Ecco alcuni commenti “a caldo” rispetto all’esperienza vissuta:

“Entrambe le esperienze mi hanno provocato un senso di disagio ma, nonostante le difficoltà incontrate, è stato molto interessante e costruttivo. Il percorso  è apparso speciale perché abbiamo dovuto toccare piante, oggetti, quadri in rilievo e per poter decifrare ciò che è stato realizzato, abbiamo utilizzato il tatto, mentre in altri contesti abbiamo dovuto utilizzare l’udito per capire in che situazioni ci trovavamo.”

“L’emozione più presente in queste due attività è stata l'ansia. Le guide sono state molto sensibili nei nostri confronti, hanno risposto a tutti i nostri dubbi.”

“Questa nuova esperienza ci è piaciuta molto perché ci ha permesso di confrontarci con persone cieche che ci hanno raccontato come vivono una vita normale usando alcune accortezze.”

“Appena entrate nel percorso al buio abbiamo provato ansia e stupore per questa esperienza nuova; ci siamo molto divertite perché è un'attività particolare. Ci siamo immedesimate nella vita delle persone che hanno una normalità diversa dalla nostra. 

Può essere molto difficile  fare ciò che noi diamo per scontato e che ogni giorno facciamo.” “Stare al buio ci ha fatto restare con l’ansia perché non vedevamo cosa stavamo facendo e dove stavamo andando e ci ha fatto usare altri sensi che diamo per scontati. 

La gita ci é piaciuta molto e ci siamo divertite molto.”

“La cosa che ci ha colpite di più è stato capire come queste persone riescano a condurre una vita normale nonostante non vedano nulla”

“Inizialmente abbiamo provato ansia e paura, perché è la prima volta che ci siamo ritrovate in questa situazione, e abbiamo dato  fiducia ad una persona completamente sconosciuta e non vedente. Durante l’esperienza ci girava anche la testa e ci sentivamo molto disorientate.

Alla fine del percorso abbiamo parlato con la nostra guida, e ci siamo rese conto di quanto siamo fortunate ad avere il senso della vista, e abbiamo provato ammirazione e rispetto nei confronti dei non vedenti.”

“A noi è sembrata un'esperienza molto bella, particolare e sicuramente molto interessante perché non ci è mai capitato di vivere una cosa del genere.”





“Questa esperienza mi ha stupito e ha provocato dentro di me tante domande. Inoltre mi ha fatto capire che le persone con difficoltà (es. non vedenti) possono compiere azioni come le persone che non hanno difficoltà; però aiutati da mezzi più efficaci.”

“Le emozioni provate di più erano paura, perché non sapevamo dove ci trovavamo, e trepidazione, perché non sapevamo cos’altro ci aspettasse.”

Questa prima uscita didattica è stata decisamente positiva, attendiamo speranzosi la prossima.

(1LES Laveno)