(RI)SCATTI DI DONNA: INTERVISTA A MICOL DORIA DI 5^B

Il progetto si è posto come lavoro interno alla disciplina di Educazione Civica che, come è noto, da quest’anno scolastico rappresenta una vera e propria materia curricolare di natura trasversale; da un’idea dell’ insegnante di italiano, da sempre appassionata di viaggi e interessata a studiare e a “immortalare”le donne delle etnie più diverse, analizzandone le condizioni di vita, è nata l’idea, che la classe ha costruito nell’arco di diversi mesi, con l’aiuto anche dell’insegnante di storia e filosofia e che si è man mano ampliata, sfociando poi nella mostra fotografica. La particolarità delle immagini sta nel fatto di essere autografe, scatti originali dell’insegnante e di qualcuno di noi che nei propri viaggi aveva ritratto qualcosa di attinente al tema; le didascalie relative alla condizione della donna nei vari paesi sono derivate da approfondimenti bibliografici dei singoli ragazzi .
La classe intera ha partecipato alla realizzazione e ognuno ha portato il suo contributo nella maniera che gli era più affine: chi ha curato le public relations, chi ha cercato gli sponsor, chi ha realizzato la parte grafica, chi ha ideato i pannelli; una classe del quinta del Liceo Linguistico del nostro Istituto ha curato la traduzione in tre lingue (inglese, francese e tedesco) dei contenuti teorici, che i visitatori possono ascoltare tramite l’attivazione del QR -Code.

L’allestimento della mostra, che ha incontrato qualche piccolo ostacolo tecnico dell’ultimo momento, ha reso coinvolgente e divertente l’atmosfera ed è stata un’occasione preziosa di unione in un gruppo classe che, possiamo dirlo, ha sempre stentato a decollare; l’inaugurazione stata un successo di pubblico e di apprezzamenti molto oltre le nostre aspettative e lo scambio con Fatima Haidari, ragazza afghana giunta in Italia lo scorso agosto grazie all’intervento anche dei soldati italiani ci ha molto arricchito culturalmente ed ha avuto momenti di reale commozione: la parte che mi è stata affidata di traduzione dal vivo delle sue parole (insieme ad una compagna che, sempre in lingua inglese, formulava le domande) è stata davvero un’occasione unica e, al di là del “panico da palcoscenico”, alcuni suoi passaggi mi hanno fatto davvero piangere, co un’emozione così autentica che credo si sia vista dal pubblico! Abbiamo imparato tanto, lo abbiamo fatto uscendo dalla scuola per la prima volta dopo due anni, divertendoci e applicando le nostre competenze e le nostre passioni in un progetto didattico nuovo; Fatima ci ha rivelato (nella cena consumata tutti insieme a tarda sera, per rispettare il suo Ramadan e incontrare ancora un pezzetto della sua cultura..) che non aveva mai ricevuto dei fiori e che il mazzo che le avevamo riservato al termine della conferenza conserverà per sempre un ricordo speciale nel suo cuore!
La mostra ora è ospitata in altro comune e abbiamo avuto anche una proposta di più largo respiro, che speriamo si possa concretizzate, perché i (ri)scatti nostri ma soprattutto nelle donne impegnate quotidianamente a conquistare diritti per noi scontati (come si vede nel pannello dedicato alle nostre foto, simbolo di libertà e gioventù non negate) possano essere visti da un numero maggiore di persone.

Intervista di Lidia Nardone (2AL)