Pasqua. Significato, curiosità, tradizioni. Un giro per le regioni d’Italia

In questo articolo vi faremo scoprire le tradizioni delle regioni Lombardia, Abruzzo, Marche, Toscana, Sicilia e Trentino Alto Adige e vi sveleremo anche alcuni piatti tipici che si assaporano in famiglia in queste regioni durante il giorno di Pasqua.

Con la Pasqua si celebra la resurrezione di Gesù Cristo, avvenuta il terzo giorno dopo il Venerdì in cui fu crocifisso, come narrato dal Vangelo. Secondo la teologia e la Pasqua ebraica, Cristo ha scelto di sconfiggere la morte per liberare l’umanità dal peccato originale. Ma sapete come si calcola? La Pasqua è una festività mobile, sappiamo che cade la Domenica successiva alla prima Luna piena dopo l’equinozio di primavera, di conseguenza sarà sempre compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. In base a quando cadrà, la Pasqua viene detta “bassa” se è compresa fra il 22 marzo al 2 aprile, “media” dal 3 al 13 aprile, infine “alta” dal 14 al 25 aprile. Chiaramente questo vale per il calendario gregoriano; se invece fosse quello giuliano, sarebbe tra il 4 aprile e l’8 maggio. La Pasqua ebraica, strettamente legata alla cristiana, viene indicata con un termine che deriva dal greco, che a sua volta deriva dall’aramaico “Pasah”, ovvero “passare oltre”. La Pasqua ebraica viene detta di liberazione dalla schiavitù, poiché celebrano la liberazione degli Ebrei dall’Egitto per merito di Mosè. Con la nascita del cristianesimo, la Pasqua ha acquistato il significato di un passaggio da morte a vita di Gesù Cristo, per cui è detta di resurrezione.

TRENTINO ALTO ADIGE

Le tradizioni alto-tesine della Pasqua iniziano il giorno della Domenica delle Palme, la domenica prima della Pasqua durante la quale ad ogni famiglia viene consegnato un mazzetto di ramoscelli d’ulivo e salice intrecciati, ornati secondo la tradizione con fiori primaverili, nastri colorati e piccole uova decorate. Questi mazzetti di ramoscelli, prima di essere consegnati alle famiglie, vengono benedetti in Chiesa. Questa azione è detta benedizione delle Palme. In ogni casa è successivamente usanza bruciare il mazzetto per scacciare le catastrofi dovute al maltempo.
Inoltre in questa splendida regione italiana è usanza nominare “somaro delle palme” il membro della propria famiglia che si è svegliato per ultimo al mattino. Durante la giornata del Giovedì Santo, qui detto anche Giovedì verde, è di tradizione dedicarsi totalmente alla decorazione delle uova pasquali, mentre durante la giornata del Venerdì Santo è tipico venerare il Sacro Sepolcro che viene esposto in tutte le Chiese.
Il Sabato Santo i cittadini trentini si recano nuovamente nelle Chiese per far benedire le ceste pasquali che contengono generi alimentari, che poi vengono gustati il giorno successivo, la Domenica di Pasqua, in famiglia.
In Trentino Alto Adige viene organizzata per i bambini una caccia alle uova e ai cesti pieni di dolci nascosti dal Coniglio pasquale.
Durante il pranzo di Pasqua in famiglia, vengono serviti in tavola uova sode variopinte, speck o altre carni accompagnate da asparagi in salsa cren (radice piccante), Canederli al formaggio e verdure o speck e verdure e una focaccia con anice, detta anche pane di Pasqua, decorata con una stella alpina impressa con un attrezzo locale.
Come dolce viene assaporata una corona dolce simile ad una pagnotta insieme a piccole uova colorate di cioccolata.

LOMBARDIA

Per quanto riguarda la Lombardia, iniziamo dalla storia di San Colombano: quando nel 612 d.C. arrivò in città, gli fu offerto un pranzo sostanzioso con abbondante selvaggina. Alcuni ritengono che la città fosse Milano, altri invece Pavia. Colombano rifiutò il pranzo, poiché era il periodo di Quaresima, tuttavia la regina Teodolinda si offese. Colombano per uscire dalla situazione, disse che il pranzo si sarebbe mangiato, solo una volta benedetto. Allora lo benedì con il segno della croce e le carni si trasformarono in colombe di pane e dolci. La regina decise perciò di offrire il territorio di Bobbio, proprio dove nacque in seguito l’Abbazia di San Colombano, e la colomba bianca divenne il simbolo di questo santo. 
Un’altra storia che viene narrata vede come protagonista il re dei Longobardi, Re Albonio, nel 572 proprio alla vigila di Pasqua. Egli assediò Pavia, e i sui cittadini in segno di sottomissione gli portarono numerose offerte; tra questi un panettiere che gli donò una colomba, come emblema di pace; il sovrano rimase così ammaliato dal gusto della colomba, che dichiarò la pace. E’ proprio la città di Milano, nei primi del Novecento, con il direttore della pubblicità Dino Villani, a dare origine alla Colomba: infatti, propose un’idea vincente, cioè riutilizzare gli stessi ingredienti dei dolci natalizi anche nei mesi successivi. 
A Tromello, nel pavese, è famosa la Processione del Crocione che si svolge il Giovedì Santo. Il primo ad aprire la processione è un uomo che veste i panni Gesù, poiché ha chiesto una grazia, chiaramente scalzo con le catene ai piedi e il volto coperto. 
A Gromo, un borgo medievale, il Venerdì Santo si svolge la Processione di Cristo Morto. Il percorso della processione è accompagnato da una Banda Musicale. Le finestre sono illuminate, e sui sassi del fiume Serio sono accesi dei falò di stracci imbevuti d’olio cotto. Per indicare la fine della Quaresima, il Venerdì Santo si mangia la “Maiasia”, una specie di torta di farina gialla, fichi secchi, cipolle e mele. Nel bresciano, a Savoire, negli ultimi anni si sta riprendendo una tradizione che lega il profano al sacro: sempre il venerdì Santo, dopo le funzioni, sono eseguite delle rappresentazioni popolari legate  alla natura umana. A Bormio, i giovani nei mesi invernali preparano delle portantine, con le quali sfileranno il giorno di Pasqua, tradizione risalente al XVII secolo e che raduna numerosi artigiani. Gli uomini sono chiamati “pasqualiti” e portano in spalla le portantine, invece le donne decorano la processione con fiori e piccoli prodotti artigianali. A Como, invece, si svolge una fiera di Pasqua nella quale sono esposti prodotti di artigianato, gastronomici e utensili per la pulizia della casa.

ABRUZZO

Anche in Abruzzo la Pasqua è una festa che si trascorre in famiglia, ma spesso, secondo il detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, molte famiglie la trascorrono con gli amici.
Le tradizioni della Pasqua di questa regione italiana sono profondamente legate, ancora più di quelle natalizie, alla religione. Gli abitanti sono soliti svolgere dei riti come per esempio quello della Madonna che scappa. Questo evento è piuttosto suggestivo ed ha inizio al mattino, quando le statue di San Giovanni e San Pietro vengono portate a bussare alla porta della Chiesa di San Filippo. In quest’ultimo luogo viene conservata la statua della Madonna e in questo rito si rievoca l’evento della Resurrezione. Per rendere il più reale possibile l’avvenimento, viene portata la statua della Madonna fuori dalla Chiesa e viene poi percorso un viale di corsa.
La seconda usanza tra le più importanti è la Sagra dei Talami che unisce la spiritualità all’arte. Ogni anno questa sagra è tenuta in provincia di Chieti, ad Orsogna. Durante l’evento sono presenti 7 carri che sfilano portando ognuno un quadro che raffigura un episodio del Vecchio e del Nuovo Testamento. L’ultimo rito che è noto, oltre ai due che hocitato precedentemente, è quello della Via Crucis che si svolge durante la giornata del Venerdì Santo in numerose città d’Italia. Il giorno di Pasqua, le famiglie si riuniscono, spesso con la presenza di amici, per gustare il Fiadone, un alimento che è possibile assaporare sia dolce che salato a seconda della geografia. Se ci troviamo nell’entroterra dell’Abruzzo, il Fiadone viene gustato come dolce spesso aromatizzato al limone, ma se ci troviamo sulla zona costiera, viene guastato come piatto salato preparato con formaggi locali. Inoltre a tavola vengono servite pagnotte e dolci che prendono la forma dell’agnello, pizze rustiche salate, ferratelle salate, cannelloni all’abruzzese, pasta alla chitarra con pallotte, timballo di verdure o di carne e come dolci bocconotti, fiadoni dolci alla ricotta e pizza dolce abruzzese.

MARCHE

Nelle usanze della Pasqua della regione delle Marche ci sono parecchie rievocazioni storiche. Tra le usanze più note di questa incantevole regione sono presenti la Turba di Cantiano ovvero una processione animata da canti e preghiere, e la morte del Giusto di Loreto, che rappresenta le ultime ore di vita di Gesù. Quest’ultima rappresentazione si svolge partendo dal Colle Lauretano e salendo fino alla Basilica della Santa Casa di Loreto, ripercorrendo con un corteo tutte le varie tappe della Passione.
Molto celebre è anche la Bara di notte di Porto Recanati. Questa tradizione viene svolta proprio come le due precedenti, durante il Giorno di Venerdì Santo durante il quale i pescatori fanno una breve tappa nei vari porti marchigiani che indicano le stazioni della Passione.
Durante il giorno di Pasqua anche nelle Marche le famiglie si riuniscono per pranzare insieme.
E’ tipico cominciare la giornata con una colazione molto abbondante a base di uova sode, Crescia di Pasqua oppure pizza al formaggio e ciauscolo, tipico salume marchigiano. Durante il pranzo invece si mangiano passatelli in brodo, tagliatelle o ravioli al sugo e secondi a base di carne.
Come dolce viene servita la Pizza dolce proprio come accade in Abruzzo.
Alla fine del pranzo è d’abitudine giocare al gioco della Scoccetta. Questo gioco consiste nel prendere delle uova sode colorate e picchiarle in modo delicato contro quello dell’avversario. Il guscio che si rompe per primo stabilisce il vincitore e chi rompe il guscio d’uovo perde e il vincitore prende successivamente l’uovo rotto e si sfida con nuovi avversari.

TOSCANA E FIRENZE

Per me, Zoe, Firenze è una città affascinante, così rievocatrice di arte e di storia. E’ proprio nel cuore di questa città che ogni anno, la mattina di Pasqua, si assiste allo Scoppio del Carro. Una tradizione antichissima, che risale ai tempi della prima crociata indetta da papa Urbano II. Il carro in questione è trainato da buoi, parte da piazzale Prato e raggiunge la sua meta a Piazza Duomo, tra il Battistero e la Cattedrale. Poi si svolge una processione con davanti il Gonfalone di Firenze e la bandiera della famiglia Pazzi, che partendo dalla Chiesa dei Santi Apostoli giunge al Battistero. Nel momento in cui si canta "Gloria in Excelsis Deo", si pratica anche un rito istituito da Leone X, che consiste nel bruciare un razzo con sembianze di una colomba, che percorre un filo di ferro legato tra Santa Maria del Fiore e il battistero. La colombina termina il suo viaggio sul carro che dà origine ai fuochi d’artificio. Un’ altra tradizione che mi affascina, e di cui vorrei trattare, è a Grossina, vicino a Firenze. Il Venerdì Santo, fin dal 1652, rievoca la Passione di Cristo attraverso un Corteo storico, e al termine si unisce con la rappresentazione delle sofferenze di Cristo. Il primo si svolge per le vie del paese, dove chi partecipa indossa costumi dell’epoca; il secondo, invece, coinvolge meno persone ed è la rievocazione degli ultimi momenti della vita di Cristo. Un altro evento molto coinvolgente, nella sua drammaticità, è la processione degli scalzi a Pienza. Il Venerdì Santo questo corteo del Cristo Morto è anticipato da dodici figure a piedi nudi, incappucciati e con una fiaccola. La processione si svolge per luoghi celeberrimi della città e termina nella Cattedrale con una funzione. 
E per gli amanti dei dolci, guardiamone quattro tipici: la Sportella conosciuta a Rio Elba: in passato questo biscotto era un dono pasquale delle fanciulle ai propri spasimanti; la Pasimata preparata in Garfagnana; ma il più bizzarro è il Quaresimale, biscottini augurali a forma di lettere dell’alfabeto; infine un dolce di Livorno, la schiacciata livornese.

SICILIA

La Pasqua in Sicilia è una festività molto sentita, e un’occasione per rievocare costumi di altri tempi. Ogni paese o grande città ha le sue tradizioni che lo contraddistinguono e vede impegnati gli artigiani durante tutto l’anno. A Marsala, in provincia di Trapani, il Mercoledì Santo si presenzia alla processione sacra, dedicata alla Passione e morte di Cristo; dove chi contribuisce alla rappresentazione, raffigura i momenti dall’ultima cena all’ascesa del Calvario. Per concludere: il Venerdì Santo si onora la morte di Cristo, mediante un corteo funebre, con i simulacri di Cristo Morto e dell’Addolorata. A Caltanissetta, le celebrazioni incominciano la Domenica delle Palme, con la processione del Gesù Nazareno, una statua di Cristo collocata su una barca ornata di fiori, che riporta all’entrata di Cristo a Gerusalemme. Il momento culminante è il mattino del Mercoledì Santo: un corteo di artigiani, detto della Real Maestranza, sfila per le vie e al capitano vengono consegnate le chiavi della città. La sera è il tempo della “varicedde”, diciannove statue sante che rappresentano i Misteri, le Passioni e la Morte di Cristo. Il Venerdì si prende parte alla processione del Cristo Nero e a Pasqua si celebra con il vescovo la funzione nella Cattedrale. Gli eventi che, però, richiamano turismo, sono a Enna, unici nel numero di confratelli che partecipano. Le confraternite hanno una gerarchia che si evidenzia nella mantellina che vestono durante la processione. Esse si recano nella Settimana Santa a venerare il Santissimo presso il Duomo del capoluogo, dove è benedetto e diventa soggetto della processione. I capi di queste confraternite prendono parte nel Collegio dei Rettori, sin dal 1714, con lo scopo di aprire la processione. Il Venerdì Santo si celebra una processione con l’urna del Cristo morto e dell’Addolorata. Il pomeriggio di Pasqua si tiene un’ultima processione, quella della Pace. 
Ma quali dolci ci offre questa solare isola d’Italia? Sicuramente la celeberrima Casatta siciliana; la Sicilia è conosciuta per la pasta alle mandorle che è il preparato di base per l’Agnello di pasta di mandorle, di cui esistono alcune varianti, come l’Agnello di Favara con un cuore di pistacchio; i vari tipi di Cassatella e per concludere Codduracu l’Ova, che prende un diverso nome a seconda delle province, un biscotto da diverse forme simboliche che racchiude l’emblema della rinascita, l’uovo sodo.

Greta Piterà (2AL) e Zoe Romano (2D)