L'importanza del confine
Con la parola confine si fa riferimento ad un concetto decisamente complesso facilmente declinabile sotto vari aspetti: tra questi, uno è sicuramente quello territoriale, quasi scontato, ma che in realtà ricopre un ruolo fondamentale all'interno del mondo odierno, e che rappresenta un tema decisamente delicato.
Una definizione del confine può essere la seguente: il confine è una linea, di tipo naturale o antropico, creata con la finalità di delimitare un certo spazio geografico.
La funzione e il modo di concepirlo variò molto nei secoli: al massimo sviluppo dell'Impero Romano, ad esempio, il limes imperiale non rappresentava la fine dell’influenza di Roma, che in realtà si proiettava anche al di là dello stesso, con numerose spedizioni organizzate dagli imperatori per accumulare risorse e tornare nei propri possedimenti in seguito, senza annettere la zona.
Con il passare dei secoli e la frammentazione dell’antica entità statale romana in Occidente, i numerosi popoli che colmarono il vuoto di potere generato, istituirono una serie numerosissima di nuovi piccoli stati, che rappresentarono una sorta di mosaico geopolitico nei territori europei per tutto il Medioevo.
Con l'avvento dell'età moderna, le piccole realtà locali lasciarono spazio a entità politiche più ampie, all'interno delle quali l'identità nazionale era fondamentale per l'affermazione della propria appartenenza al Paese. Ciò sovente a discapito dei propri vicini; gli stati multietnici, residui del passato, non erano destinati a sopravvivere.
L'ascesa del nazionalismo, in seguito, avrà anche conseguenze disastrose, essendo uno degli elementi che porterà allo scoppio della prima guerra mondiale, e di conseguenza alla seconda, senza contare una serie innumerevole di guerre minori tra i vari paesi europei, per la rivendicazione di terre.
Un problema si sviluppa quando i confini sono disegnati senza tenere conto delle identità etniche presenti sul territorio, e ciò può avere gravi conseguenze sul piano geopolitico: in Europa, l'istituzione di confini relativamente stabili e duraturi è stata frutto di secoli di continue modifiche, al termine delle quali ogni popolo ha avuto la possibilità di avere un proprio stato.
Discostandosi da una visione eurocentrica del mondo, in parte intrinseca nella nostra cultura, è fondamentale osservare come i confini in varie aree del mondo non si siano formati come nel vecchio continente, ma siano stati frutto di spartizioni da parte degli stessi coloni occidentali, ignari delle organizzazioni locali. Queste divisioni, come quelle di praticamente tutti i paesi africani e del Medio Oriente hanno gettato le basi per scontri cruenti e intrisi di odio, tra i quali l'esempio eclatante, è rappresentato dall'attuale guerra in Palestina.
Oggigiorno il mondo in cui viviamo è decisamente globalizzato, le persone si spostano con una facilità minima rispetto a quella di un periodo relativamente, recente come un secolo fa, e di conseguenza, tutti noi dovremmo essere più aperti al contatto con altre culture, che auspicabilmente dovrebbe portare solo arricchimento, ma ovviamente senza mai dimenticare le proprie radici e la propria identità, che ci contraddistingue come popoli.
Con la parola confine si fa riferimento ad un concetto decisamente complesso facilmente declinabile sotto vari aspetti: tra questi, uno è sicuramente quello territoriale, quasi scontato, ma che in realtà ricopre un ruolo fondamentale all'interno del mondo odierno, e che rappresenta un tema decisamente delicato.
Una definizione del confine può essere la seguente: il confine è una linea, di tipo naturale o antropico, creata con la finalità di delimitare un certo spazio geografico.
La funzione e il modo di concepirlo variò molto nei secoli: al massimo sviluppo dell'Impero Romano, ad esempio, il limes imperiale non rappresentava la fine dell’influenza di Roma, che in realtà si proiettava anche al di là dello stesso, con numerose spedizioni organizzate dagli imperatori per accumulare risorse e tornare nei propri possedimenti in seguito, senza annettere la zona.
Con il passare dei secoli e la frammentazione dell’antica entità statale romana in Occidente, i numerosi popoli che colmarono il vuoto di potere generato, istituirono una serie numerosissima di nuovi piccoli stati, che rappresentarono una sorta di mosaico geopolitico nei territori europei per tutto il Medioevo.
Con l'avvento dell'età moderna, le piccole realtà locali lasciarono spazio a entità politiche più ampie, all'interno delle quali l'identità nazionale era fondamentale per l'affermazione della propria appartenenza al Paese. Ciò sovente a discapito dei propri vicini; gli stati multietnici, residui del passato, non erano destinati a sopravvivere.
L'ascesa del nazionalismo, in seguito, avrà anche conseguenze disastrose, essendo uno degli elementi che porterà allo scoppio della prima guerra mondiale, e di conseguenza alla seconda, senza contare una serie innumerevole di guerre minori tra i vari paesi europei, per la rivendicazione di terre.
Un problema si sviluppa quando i confini sono disegnati senza tenere conto delle identità etniche presenti sul territorio, e ciò può avere gravi conseguenze sul piano geopolitico: in Europa, l'istituzione di confini relativamente stabili e duraturi è stata frutto di secoli di continue modifiche, al termine delle quali ogni popolo ha avuto la possibilità di avere un proprio stato.
Discostandosi da una visione eurocentrica del mondo, in parte intrinseca nella nostra cultura, è fondamentale osservare come i confini in varie aree del mondo non si siano formati come nel vecchio continente, ma siano stati frutto di spartizioni da parte degli stessi coloni occidentali, ignari delle organizzazioni locali. Queste divisioni, come quelle di praticamente tutti i paesi africani e del Medio Oriente hanno gettato le basi per scontri cruenti e intrisi di odio, tra i quali l'esempio eclatante, è rappresentato dall'attuale guerra in Palestina.
Oggigiorno il mondo in cui viviamo è decisamente globalizzato, le persone si spostano con una facilità minima rispetto a quella di un periodo relativamente, recente come un secolo fa, e di conseguenza, tutti noi dovremmo essere più aperti al contatto con altre culture, che auspicabilmente dovrebbe portare solo arricchimento, ma ovviamente senza mai dimenticare le proprie radici e la propria identità, che ci contraddistingue come popoli.
Emanuele Panighini, 3LES