Il 20 febbraio, aderendo ad una proposta di Green School, abbiamo avuto un incontro con l’educatore di Acinque, società che si occupa di fornire servizi alla cittadinanza in un’ampia area che si estende da Milano a Venezia. Secondo Acinque, lo sviluppo sostenibile nasce dal territorio, dalle province e dalle persone che le abitano.
Abbiamo approfondito i goals dell’Agenda 2030, divisi nelle 3 aree tematiche:
- Crescita economica
- Inclusione sociale
- Tutela dell’ambiente
- Crescita economica
- Inclusione sociale
- Tutela dell’ambiente
Come siamo giunti all’Agenda 2030?
Negli anni Settanta l’uomo ha finalmente iniziato a riflettere sulle conseguenze che lo sviluppo economico poteva avere sull’ambiente. Nel 2015 viene creata l’Agenda 2030, un piano d’azione per migliorare la vita sulla Terra e dei suoi abitanti.
I 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile riguardano tutti gli aspetti della vita quotidiana. Sono universali, indivisibili e strettamente collegati tra loro. Rappresentano una sfida globale per tutti i paesi del mondo: 17 macro-obiettivi da raggiungere entro il 2030, 196 target specifici, più di 360 indicatori e una divisione in cinque aree climatiche.
Anche la nostra Costituzione ha cercato di far fronte alle tematiche ambientali con il nuovo comma 3 dell’articolo 9, che ora fa riferimento alla biodiversità in tutti i suoi aspetti.
Alcune tematiche trattate durante l’incontro
- 8 milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema
- 2,4 milioni di persone non hanno accesso al servizio sanitario nazionale
- nel 2030 si stima che il 60% della popolazione mondiale abiterà in aree urbane
- entro il 2050, il 60% della popolazione mondiale avrà difficoltà di accesso a fonti di acqua potabile
- attualmente, le persone che vivono in estrema povertà nel mondo sono un numero pari a 13 volte la popolazione italiana.
Tutti i goals sono stati approfonditi, due in particolare ci hanno colpito:
Goal 12 - Consumo e produzione responsabili: ridurre e gestire i rifiuti, dimezzare la produzione dei rifiuti alimentari. L’Italia è tra i paesi migliori per il riciclo, ma è ancora in ritardo per il riutilizzo degli oggetti e la riduzione dei consumi, che dovrebbero essere le strategie più efficaci per diminuire l’impatto ambientale.
Goal 6 - Acqua pulita e igiene: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e strutture igienico-sanitarie. In Italia, ogni persona utilizza in media 215 litri di acqua al giorno. Ci è sembrata una quantità esorbitante, ma i dati evidenziano che una doccia di 10-15 minuti spreca circa 60 litri e ogni volta che si tira lo sciacquone del water, si consumano dagli 8 ai 12 litri di acqua. Si fa quindi in fretta a consumare tutta quell’acqua senza rendersene conto.
Impressioni sull’incontro
Grazie alla coinvolgente presentazione, abbiamo avuto una visione più approfondita dell’Agenda 2030 e degli obiettivi che il nostro paese sta cercando di raggiungere. Molti dati ci hanno stupito, in particolare lo spreco d’acqua nelle nostre azioni quotidiane, quanto consumiamo e inquiniamo senza rendercene conto e il dato sulla povertà estrema nel mondo. Ci sono infatti persone in condizioni di povertà assoluta e 2,4 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi sanitari di base. È difficile accettare queste realtà, dal momento che per noi certi diritti sono scontati.
Uno degli aspetti più preoccupanti è il ritardo dei governi nel raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, nonostante la loro importanza per la salute e il benessere dei cittadini.
D’altra parte conoscere alcune positività in un contesto di crisi ambientale, ci sprona a impegnarci per migliorare la situazione. Ed è questo il caso di alcune zone montuose che hanno avuto un ripopolamento della fauna, grazie alla migrazione degli animali verso aree urbane. Questo potrebbe rappresentare un vantaggio ecologico, poiché boschi sani producono un’aria più pulita.
Il confronto con i compagni e le interviste realizzate come gruppo classe hanno mostrato che molte persone non si rendono conto o sottovalutano l’impatto delle loro azioni quotidiane. Anche se il 2030 è un traguardo difficile da raggiungere in alcuni ambiti, ogni piccolo cambiamento conta.
Se tutti ci impegnassimo, potremmo, anche solo con piccoli gesti quotidiani, rendere migliore la situazione ambientale e sociale in cui viviamo.
Negli anni Settanta l’uomo ha finalmente iniziato a riflettere sulle conseguenze che lo sviluppo economico poteva avere sull’ambiente. Nel 2015 viene creata l’Agenda 2030, un piano d’azione per migliorare la vita sulla Terra e dei suoi abitanti.
I 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile riguardano tutti gli aspetti della vita quotidiana. Sono universali, indivisibili e strettamente collegati tra loro. Rappresentano una sfida globale per tutti i paesi del mondo: 17 macro-obiettivi da raggiungere entro il 2030, 196 target specifici, più di 360 indicatori e una divisione in cinque aree climatiche.
Anche la nostra Costituzione ha cercato di far fronte alle tematiche ambientali con il nuovo comma 3 dell’articolo 9, che ora fa riferimento alla biodiversità in tutti i suoi aspetti.
Alcune tematiche trattate durante l’incontro
- 8 milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema
- 2,4 milioni di persone non hanno accesso al servizio sanitario nazionale
- nel 2030 si stima che il 60% della popolazione mondiale abiterà in aree urbane
- entro il 2050, il 60% della popolazione mondiale avrà difficoltà di accesso a fonti di acqua potabile
- attualmente, le persone che vivono in estrema povertà nel mondo sono un numero pari a 13 volte la popolazione italiana.
Tutti i goals sono stati approfonditi, due in particolare ci hanno colpito:
Goal 12 - Consumo e produzione responsabili: ridurre e gestire i rifiuti, dimezzare la produzione dei rifiuti alimentari. L’Italia è tra i paesi migliori per il riciclo, ma è ancora in ritardo per il riutilizzo degli oggetti e la riduzione dei consumi, che dovrebbero essere le strategie più efficaci per diminuire l’impatto ambientale.
Goal 6 - Acqua pulita e igiene: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e strutture igienico-sanitarie. In Italia, ogni persona utilizza in media 215 litri di acqua al giorno. Ci è sembrata una quantità esorbitante, ma i dati evidenziano che una doccia di 10-15 minuti spreca circa 60 litri e ogni volta che si tira lo sciacquone del water, si consumano dagli 8 ai 12 litri di acqua. Si fa quindi in fretta a consumare tutta quell’acqua senza rendersene conto.
Impressioni sull’incontro
Grazie alla coinvolgente presentazione, abbiamo avuto una visione più approfondita dell’Agenda 2030 e degli obiettivi che il nostro paese sta cercando di raggiungere. Molti dati ci hanno stupito, in particolare lo spreco d’acqua nelle nostre azioni quotidiane, quanto consumiamo e inquiniamo senza rendercene conto e il dato sulla povertà estrema nel mondo. Ci sono infatti persone in condizioni di povertà assoluta e 2,4 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi sanitari di base. È difficile accettare queste realtà, dal momento che per noi certi diritti sono scontati.
Uno degli aspetti più preoccupanti è il ritardo dei governi nel raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, nonostante la loro importanza per la salute e il benessere dei cittadini.
D’altra parte conoscere alcune positività in un contesto di crisi ambientale, ci sprona a impegnarci per migliorare la situazione. Ed è questo il caso di alcune zone montuose che hanno avuto un ripopolamento della fauna, grazie alla migrazione degli animali verso aree urbane. Questo potrebbe rappresentare un vantaggio ecologico, poiché boschi sani producono un’aria più pulita.
Il confronto con i compagni e le interviste realizzate come gruppo classe hanno mostrato che molte persone non si rendono conto o sottovalutano l’impatto delle loro azioni quotidiane. Anche se il 2030 è un traguardo difficile da raggiungere in alcuni ambiti, ogni piccolo cambiamento conta.
Se tutti ci impegnassimo, potremmo, anche solo con piccoli gesti quotidiani, rendere migliore la situazione ambientale e sociale in cui viviamo.
Classe 4Les (Liceo “Sereni” di Laveno)