Una riflessione sulla Shoah tramite l’arte

In occasione della Giornata della Memoria, la classe 5Les ha partecipato all’evento organizzato in collaborazione con il Comune di Laveno-Mombello e la scuola media “G.B. Monteggia”, che aveva come obiettivo l'approfondimento e la sensibilizzazione sulla tematica della Shoah. Le proff.sse Antonello e Martorana hanno proposto di organizzare una mostra virtuale di artisti ebrei, in quanto si tratta di uno dei modi più immediati ed efficaci per trasmettere agli spettatori ciò che patirono i prigionieri.

Le settimane antecedenti al 27 gennaio la classe ha svolto, grazie all’aiuto dei docenti, degli approfondimenti e riflessioni sulla tematica. La prof.ssa Monari, docente di Storia dell’Arte, ha presentato le opere di artisti ebrei e illustrato i monumenti dedicati alla Shoah (il Museo Ebraico di Berlino e il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa). Abbiamo compreso che l’arte è in grado di testimoniare in modo incisivo e persuasivo la ferocia vissuta dai prigionieri, di mantenere viva la memoria nonché di essere una possibilità di libertà e speranza per i detenuti.

L’approfondimento di carattere artistico è stato implementato anche durante le ore di Religione da una presentazione sull'artista russo di origini ebraiche Marc Chagall. Con la prof.ssa Campoleoni abbiamo discusso del significato filosofico e simbolico delle sue opere.

L’aspetto filosofico è stato poi sviluppato attraverso due attività svolte con la prof.ssa Scolozzi: la prima consisteva nella visione ragionata dello spettacolo teatrale “Processo a Dio” a cura dello scrittore Stefano Massini, che si focalizza sull’assenza-presenza di Dio in un momento di barbarie e sofferenza per il popolo eletto. Successivamente la lettura e l’analisi di alcuni brani di Elie Wiesel, Primo Levi, Hans Jonas, Joseph Ratzinger, Emmanuel Lévinas ha sollecitato una riflessione individuale da integrare come approfondimento nel commento alle opere scelte per la mostra.

La sfida di noi studentesse e studenti consisteva nel rendere una tematica così delicata e distante cronologicamente, ma soprattutto emotivamente, alla portata di tutti gli spettatori. A tal fine si è scelto di dividere la mostra in quattro sezioni (“L’identità ebraica”, “Nicht sein kann, was nicht sein darf”, “Esiste Dio di fronte al male?”, “Uno spiraglio di luce”) per mettere in evidenza come l’orrore dello sterminio abbia fatto vacillare l’identità ebraica. Quest’ultima non era da tutti i deportati sentita e vissuta, ma venne loro attribuita e scoperta dalle stesse vittime con la persecuzione al momento della pubblicazione delle leggi razziste.

La prima sezione descrive l’identità ebraica attraverso le opere di Chagall e Felix Nussbaum. La seconda illustra il disorientamento dei deportati e il processo di disumanizzazione subito nel lager che si concludeva con le camere a gas. Oggetto della terza sezione è stato il problema del male e la fede in Dio. Nella quarta sezione la Restaurazione di Chagall, Vita e teatro di Charlotte Salomon e i disegni dei bambini del ghetto di Terezin - realizzati nel laboratorio predisposto dall’artista austriaca Friedl Dicker-Brandeis - avevano l’intento di lanciare un messaggio d’amore, trasfigurato in bellezza, speranza e luce.

Per la creazione della mostra virtuale abbiamo utilizzato vari strumenti tecnologici, quali Minecraft (per la creazione dell’edificio della mostra) ed FL Studio per la colonna sonora durante la presentazione dal vivo. Ad ogni sezione abbiamo associato una musica in sintonia con la tematica trattata.

Per noi è stato molto importante prendere parte a questa attività, perché abbiamo sviluppato competenze in ambito informatico e relazionale. Inoltre questo ci ha permesso di poter vivere questa esperienza in prima persona, essendo noi stessi coinvolti nello sviluppo del progetto, a differenza di altre iniziative nei precedenti anni scolastici delle quali eravamo spettatori. Inoltre intensa ed emotivamente perturbante è stata la partecipazione perché non si trattava di un compito da svolgere, ma di un’esperienza da condividere provando, come afferma Liliana Segre, a vedere ciò che ci si limita solo a guardare.

Classe 5^ LES