Martedì 12 dicembre, presso la Sala civica di Laveno, noi studentesse e studenti della 5^Les abbiamo presentato il lavoro di PCTO dello scorso anno scolastico “Lo Status animarum di Mombello” realizzato in collaborazione con il Gruppo di Ricerca Storica di Laveno Mombello.
Questo progetto non solo ci ha permesso di conoscere una nuova realtà, quella della ricerca storica, una modalità interattiva di studiare la storia che va oltre i libri e le classiche lezioni alle quali siamo abituati; ma anche di poter pubblicare il nostro lavoro nella sezione “Apprendisti storici” della rivista “Storia e Storie dalla sponda magra” nella sua quattordicesima edizione.
Oggetto del nostro lavoro è stato lo studio dello Status animarum, un elenco di famiglie redatto dalparroco di Mombello nel 1637, una sorta di censimento della comunità cattolica realizzato per adempiere al precetto pasquale, ovvero confessarsi e fare la Comunione in occasione della Pasqua. Il registro nato dall’attività quotidiana di un prete di paese assume un importante valore storico, perché ci fornisce informazioni sulla situazione demografica e socio-economica di una comunità.
Inizialmente quando ci hanno proposto questo PCTO lo abbiamo giudicato inutile e noioso, ma addentrandoci nel progetto abbiamo compreso la sua importanza e valenza attuale.
Questo lavoro ha preso avvio con quattro lezioni tenute dai membri del Gruppo di Ricerca Storica coordinati dal signor Umberto Vanotti ed è proseguito con la visita dell’Archivio parrocchiale di Mombello: in questo modo abbiamo preso confidenza con i documenti storici e compreso la metodologia di ricerca.
Successivamente, divisi in gruppi, abbiamo trascritto il documento originale, lo Status animarum di Mombello in pieve di Leggiuno del 1637 conservato presso la Curia arcivescovile di Milano. È stata la fase più complicata, perché abbiamo dovuto decifrare la calligrafia del curato Giovanni Besozzi, comprendere termini non più in uso, parole latine e dialettali quali fantescha, famelio, abiadighi. Questo lavoro di riproduzione del manoscritto si è rivelato alquanto stimolante, perché abbiamo dovuto cercare stratagemmi e accorgimenti logici per capire alcune lettere e parole.
Per rendere più agevole il reperimento delle informazioni, abbiamo riportato la trascrizione del documento in un foglio Excel ed elaborato i dati. Ad ogni informazione è stato assegnato un tema, quale località, fuoco, stato dei sacramenti, nome, rapporti di parentela, femminile/maschile, età. Il documento è così stato interrogato con una serie di domande: “quanti abitanti erano presenti in ogni frazione di Mombello?”, “come era distribuita la popolazione per sesso e per località?”, “in quale località erano presenti i nuclei familiari più numerosi?”, “quale tipologia di nucleo familiare era più diffusa?”, “com’era distribuita la popolazione per fasce d’età?”, “quali erano i nomi femminili e maschili più ricorrenti?”, “quanti servi erano presenti nelle famiglie e a quale tipologia di nucleo familiare appartenevano?”, etc.
Dopo aver raccolto i dati, abbiamo anche provato a riflettere e a stabilire delle comparazioni con la situazione attuale.
In conclusione vogliamo ribadire ancora una volta come questo progetto sia stato in grado di formarci e fornirci molte competenze utili nel mondo del lavoro: a partire dall'organizzazione dei gruppi sino a scoprire le funzioni di Excel. Noi studenti vogliamo ringraziare ancora una volta la prof.ssa Scolozzi e la prof.ssa Chiesa, che ci hanno seguito nel percorso, insieme al Sig. Vanotti e tutto il gruppo di ricerca storica per l'opportunità che ci è stata offerta.
Questo progetto non solo ci ha permesso di conoscere una nuova realtà, quella della ricerca storica, una modalità interattiva di studiare la storia che va oltre i libri e le classiche lezioni alle quali siamo abituati; ma anche di poter pubblicare il nostro lavoro nella sezione “Apprendisti storici” della rivista “Storia e Storie dalla sponda magra” nella sua quattordicesima edizione.
Oggetto del nostro lavoro è stato lo studio dello Status animarum, un elenco di famiglie redatto dalparroco di Mombello nel 1637, una sorta di censimento della comunità cattolica realizzato per adempiere al precetto pasquale, ovvero confessarsi e fare la Comunione in occasione della Pasqua. Il registro nato dall’attività quotidiana di un prete di paese assume un importante valore storico, perché ci fornisce informazioni sulla situazione demografica e socio-economica di una comunità.
Inizialmente quando ci hanno proposto questo PCTO lo abbiamo giudicato inutile e noioso, ma addentrandoci nel progetto abbiamo compreso la sua importanza e valenza attuale.
Questo lavoro ha preso avvio con quattro lezioni tenute dai membri del Gruppo di Ricerca Storica coordinati dal signor Umberto Vanotti ed è proseguito con la visita dell’Archivio parrocchiale di Mombello: in questo modo abbiamo preso confidenza con i documenti storici e compreso la metodologia di ricerca.
Successivamente, divisi in gruppi, abbiamo trascritto il documento originale, lo Status animarum di Mombello in pieve di Leggiuno del 1637 conservato presso la Curia arcivescovile di Milano. È stata la fase più complicata, perché abbiamo dovuto decifrare la calligrafia del curato Giovanni Besozzi, comprendere termini non più in uso, parole latine e dialettali quali fantescha, famelio, abiadighi. Questo lavoro di riproduzione del manoscritto si è rivelato alquanto stimolante, perché abbiamo dovuto cercare stratagemmi e accorgimenti logici per capire alcune lettere e parole.
Per rendere più agevole il reperimento delle informazioni, abbiamo riportato la trascrizione del documento in un foglio Excel ed elaborato i dati. Ad ogni informazione è stato assegnato un tema, quale località, fuoco, stato dei sacramenti, nome, rapporti di parentela, femminile/maschile, età. Il documento è così stato interrogato con una serie di domande: “quanti abitanti erano presenti in ogni frazione di Mombello?”, “come era distribuita la popolazione per sesso e per località?”, “in quale località erano presenti i nuclei familiari più numerosi?”, “quale tipologia di nucleo familiare era più diffusa?”, “com’era distribuita la popolazione per fasce d’età?”, “quali erano i nomi femminili e maschili più ricorrenti?”, “quanti servi erano presenti nelle famiglie e a quale tipologia di nucleo familiare appartenevano?”, etc.
Dopo aver raccolto i dati, abbiamo anche provato a riflettere e a stabilire delle comparazioni con la situazione attuale.
In conclusione vogliamo ribadire ancora una volta come questo progetto sia stato in grado di formarci e fornirci molte competenze utili nel mondo del lavoro: a partire dall'organizzazione dei gruppi sino a scoprire le funzioni di Excel. Noi studenti vogliamo ringraziare ancora una volta la prof.ssa Scolozzi e la prof.ssa Chiesa, che ci hanno seguito nel percorso, insieme al Sig. Vanotti e tutto il gruppo di ricerca storica per l'opportunità che ci è stata offerta.