«Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
E seppellire lassù in montagna,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»
«È questo il fiore del partigiano»,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!».
Chi non ha sentito, almeno una volta nella vita, i versi di «Bella ciao»?
Conosciuta come inno antifascista dei partigiani italiani nella Seconda guerra mondiale, si è diffusa in tutto il mondo, entrando persino a far parte della colonna sonora della celebre fiction «La casa di carta», una delle serie più popolari di Netflix.
Le sue origini musicali risalgono, però, all’Ottocento (come molti altri canti dell’epoca, anche qui torna il tema del «Fior di Tomba», caro anche ai Sepolcri di Ugo Foscolo, per ricordare a chi passa davanti a una tomba con un fiore che lì è sepolto qualcuno morto per amore o «per la libertà»).
L’origine di «Bella ciao» è ancora incerta. Inizialmente era molto diffuso nella zona che va dall’Abruzzo all’Emilia, poi è diventata il canto simbolo della Resistenza e della lotta partigiana. Era l’inno di combattimento della Brigata Maiella in Abruzzo.
«Bella ciao» è stata ideata da chi ha partecipato alle lotte per la Resistenza e ha avuto un successo enorme in tutto il mondo. Ma la sua caratteristica più importante è che “Bella ciao” è diventata con il tempo l’inno di tutte le manifestazioni che rivendicano la libertà contro l’oppressione.
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
E seppellire lassù in montagna,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno «Che bel fior!»
«È questo il fiore del partigiano»,
oh bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!».
Chi non ha sentito, almeno una volta nella vita, i versi di «Bella ciao»?
Conosciuta come inno antifascista dei partigiani italiani nella Seconda guerra mondiale, si è diffusa in tutto il mondo, entrando persino a far parte della colonna sonora della celebre fiction «La casa di carta», una delle serie più popolari di Netflix.
Le sue origini musicali risalgono, però, all’Ottocento (come molti altri canti dell’epoca, anche qui torna il tema del «Fior di Tomba», caro anche ai Sepolcri di Ugo Foscolo, per ricordare a chi passa davanti a una tomba con un fiore che lì è sepolto qualcuno morto per amore o «per la libertà»).
L’origine di «Bella ciao» è ancora incerta. Inizialmente era molto diffuso nella zona che va dall’Abruzzo all’Emilia, poi è diventata il canto simbolo della Resistenza e della lotta partigiana. Era l’inno di combattimento della Brigata Maiella in Abruzzo.
«Bella ciao» è stata ideata da chi ha partecipato alle lotte per la Resistenza e ha avuto un successo enorme in tutto il mondo. Ma la sua caratteristica più importante è che “Bella ciao” è diventata con il tempo l’inno di tutte le manifestazioni che rivendicano la libertà contro l’oppressione.
(da "Il Corriere della Sera")