LA PSICOLOGIA DELLO SPORT

La psicologia dello sport studia i processi cognitivi ed emotivi legati all’attività fisica svolta da un singolo o un gruppo squadra. Lo psicologo dello sport ha il compito principale di attuare delle analisi su campi specifici e discipline differenti, lavorando a stretto contatto con gli atleti, al fine di sviluppare e applicare tecniche che permettano di massimizzare le probabilità del singolo sportivo di raggiungere il proprio obiettivo agonistico. Gran parte dell’attenzione viene posta verso elementi affettivi e interpersonali che possono andare ad influenzare una determinata prestazione e in tal senso si ricercano tecniche di preparazione mentale efficaci per la gestione dell'energia fisica (duratura soprattutto, oltre che grazie ad un allenamento
costante, con una tenace gestione delle emozioni). Grazie a tali tecniche, l’atleta costruisce una rete di obiettivi (goal setting) che accompagnati ad una crescente autostima e ad un solido allenamento psicofisico permettono di raggiungere la vittoria: una prestazione impeccabile ad un alto livello di intensità. Successivamente in un livello superiore la vittoria si trasforma da grande prestazione a risultato (ciò che nei grandi palcoscenici sportivi conta maggiormente) che può essere dettato da altri elementi momentanei, assieme a quelli già citati,come la freddezza, la fortuna e l’intelligenza sportiva.

MANCHESTER CITY-REAL MADRID: vince il calcio
95 minuti di calcio puro e una estrema emotività propinata principalmente dalle panchine sono stati gli elementi cardine di una delle semifinali più belle della storia del calcio e, sicuramente, della partita più bella dell’anno. Il City entra in campo con più sicurezza e aggressività della squadra condotta da Mister Ancelotti e dopo 11 minuti riesce ad imbucare due volte la palla in rete. In occasione del vantaggio il City lavora la palla da destra a sinistra, sfrutta le linee come piace a Pep Guardiola e pesca Mahrez a destra che supera tre giocatori e fa partire un cross, trasformato in rete dal fuoriclasse belga Kevin De Bruyne che si inserisce come un attaccante e sorprende il connazionale Courtois. A livello emotivo è un duro colpo per i madrileni e diventa ancora più amaro in occasione del secondo gol realizzato da Gabriel Jesus: il City gioca molto in ampiezza e i terzini rimangono più stretti, infatti in occasione del secondo gol John Stones e Oleksandr Zinchenko operano all'interno, mentre Mahrez e Foden restano larghi favorendo uno spazio sufficiente al brasiliano per mettere la palla in rete. Il Real Madrid peró è una squadra resiliente, infatti nonostante fosse di due reti sotto, al City of Manchester Stadium trova la forza e la motivazione per rispondere ai due gol e ovviamente a pensarci non può che essere il fenomeno francese Karim Benzema: il Real aumenta il pressing per non farsi schiacciare dal City e Luka Modric riesce ad anticipare Mahrez dopo un rilancio frettoloso di Ederson, passando la palla a Ferland Mendy che fa un assist baciato per Benzema, al quale basta ricevere la palla correttamente, poi a fare il resto ci pensa la sua genialità. La ripresa si apre con l’ingresso di Nacho e ancora una volta gli uomini di Guardiola approcciano con più determinazione. Il gol del 3-1 non tarda ad arrivare: al 53’ Fernandinho anticipa Vinicius e con un cross dalla destra pesca il gioiello inglese Phil Foden, che di testa cala il tris. Mister Ancelotti cambia la tattica e passa all’offensiva, schierando Luka Modric alle spalle di Benzema per sfruttare tutta la qualità tecnica e l’immensa visione di gioco del croato. A sorprendere però è Vinicius, che al minuto 55’ lascia sul posto Fernandinho con un velo-tunnel, galoppa su tutta la fascia e imbuca la palla per le rete del 3-2 come un vero fenomeno. Col punteggio tornato in bilico, il Real si rianima e si galvanizza, giocando con maggiore fluidità. Gli spagnoli però necessitano di recuperare le energie sfruttate per la tattica offensiva e così il Mister decide di togliere un esterno, Rodrygo, e di mettere Camavinga, centrocampista francese classe 2002, che può giocare sia come mezz'ala che come mediano. Il Real passa al 4-4-2 ma il City torna a padroneggiare con la fluidità dello sviluppo del gioco, coinvolgendo molto anche i centrali nella costruzione a ridosso della trequarti madrilena. Al 74’ minuto, a seguito di una correttissima regola di vantaggio assegnata dall’arbitro rumeno Kovács, Bernardo Silva sorprende tutta la difesa del Real Madrid incassando un gol pesantissimo. Il punteggio ora è sul 4-2, i madrileni sono di nuovo sotto di due ma 8 giri di lancette dopo a riaprire le sorti di un match più che esaltante non poteva che essere Karim “ the dream” Benzema: Laporte salta in maniera scomposta, colpendo la palla col braccio e il rigore viene trasformato con inquietante freddezza da Benzema, che spiazza Ederson con un cucchiaio. Il match si chiude definitivamente 4-3 per i padroni di casa, ma il discorso qualificazione è ancora apertissimo. Per ora va fatto un plauso ad entrambe le squadre che hanno consegnato uno spettacolo stupendo agli amanti di questo sport.

QUANTA MOTIVAZIONE!
Entrambe le squadre hanno disputato un match sensazionale portando ad un livello di spettacolo ancora più elevato quella che si può considerare, senza ombra di dubbio, la competizione per club più importante a livello mondiale. Vediamo adesso di analizzare le numerose motivazioni che hanno portato una a prevaricare sull’altra per il risultato e le incredibili giocate dei singoli. 
AFFILIAZIONE: Entrambi i gruppi risultano essere molto uniti. Da un lato i Citizens, tra i principali favoriti della competizione, contano un grande gruppo consolidato da diversi anni, arrivano da un anno spettacolare con la vittoria della Premier League (con un dominio totale) e la finalissima di Champions persa con i rivali del Chelsea. Le Merengues, da sempre temuti per la vastissima bacheca europea, vanno a caccia di vittoria dopo 2 anni non semplici (seppur ottenendo un secondo posto in Liga e la semifinale di Champions nel 2020/21) e grazie all’approdo del mister Carlo Ancelotti il gruppo sta tornando a dare spettacolo e appare molto unito. Inoltre con la vittoria matematica del campionato, il Real potrà affrontare la seconda sfida con piena preparazione e concentrazione. Si prospetta così un ritorno di fiamma con la qualificazione ancora apertissima. 
RIUSCITA/STATUS: Il Manchester va a caccia della vittoria europea, mai raggiunta in più di cent'anni di storia (occasione sfumata l’anno scorso, motivo per cui la motivazione è alquanto elevata in questo caso). Dall’altra parte il club madrileno vuole tornare alla vittoria e far felici i propri tifosi riportando in Spagna la coppa che meglio descrive la storia dei Blancos (rincorre infatti la quattordicesima, risultato che andrebbe a consolidare un dominio europeo presente da molti anni). 
MOTIVAZIONI ESTRINSECHE: Le due squadre sono caratterizzate da tifoserie poderose ed energiche, gli inglesi si contraddistinguono per il loro sostegno infinito e la grande passione (il calcio è di fatto simbolo della patria inglese) e gli spagnoli oltre che per la grande predilezione anche la particolare attenzione verso i propri beniamini e le rivalità (i match appaiono spesso come una corrida, nel quale gli avversari si studiano e si sfidano per lunghi attimi). In questi palcoscenici il supporto dei tifosi assume un ruolo nevralgico, è ciò che molto spesso motiva e fomenta i giocatori a compiere gesta fenomenali e imprese sportive. 
MOTIVAZIONI INTRINSECHE: Il professionista è colui che gioca questo tipo di partite, che ha compiuto un percorso di sacrifici e duro lavoro per arrivare a tutto ciò. Tali motivazioni sono essenziali per il singolo giocatore e assumono un valore soggettivo (sono differenti per ogni singolo atleta). Presentiamo adesso alcuni esempi chiave inerenti al match disputato: 
GABRIEL JESUS: Da tempo il giovane brasiliano, dalle qualità indiscusse, si trova ai margini del progetto di Guardiola. Soprattutto con il realizzabile arrivo di Haaland (giovane attaccante norvegese in forza al Borussia Dortmund) la situazione appare ormai chiara: a fine stagione le strade di Gabriel e il city si divideranno. Nonostante ciò appena è stato chiamato in causa ha risposto presente, ha sfruttato la grande occasione di partecipare ad uno dei match più importanti dei Citizens mettendo a segno il goal del momentaneo 2-0. Ha giocato un grande inizio di primo tempo spinto dalla volontà di dimostrare il suo grande valore al club e alle numerose pretendenti in ottica futura.
KARIM BENZEMA: L'attaccante francese non ha certo bisogno di presentazioni, egli è infatti l’uomo simbolo di un Real Madrid tenace che non ha mai dato segno di voler mollare. Questa stagione si può considerare come la migliore della sua carriera dopo anni ad alto livello ma dietro ai riflettori per la presenza di altri importanti giocatori. Risulta così predominante nella sua carriera sportiva la perseveranza e attualmente la ricerca dell'obiettivo più ambito da ogni calciatore professionista: il Pallone d’Oro. Per i numeri e le grandi prestazioni che sta fornendo nei migliori campi europei il premio sembra essere vicino, ma egli è consapevole che con la vittoria della Champions League esso sarebbe probabilmente inevitabile.
VINICIUS E FODEN: Vinicius è da qualche anno uno dei più grandi prospetti del calcio, ma da diverso tempo veniva sommerso da critiche e rischiava così di diventare uno dei tanti. L’arrivo però di Ancelotti presso la corte madrilena ha cambiato le sorti del giovane brasiliano, l’allenatore ha sin da subito fatto capire di voler puntare su di lui e dandogli un grande carico di fiducia ha reso possibile la sua esplosione nelle competizioni principali. L'attaccante nell’attuale
stagione ha collezionato un bottino di ben 16 gol (numeri che descrivono la sua decisività e il suo talento), più del doppio di quelli della scorsa stagione. Lo stesso discorso viene riservato per Phil Foden, giovane talentuoso centrocampista inglese. Il coach Pep Guardiola nonostante la sua giovanissima età ha deciso di lanciarlo nel calcio che conta e la sua fiducia è stata ripagata da grandi prestazioni che hanno caratterizzato la magnifica stagione scorsa. Entrambi i giocatori hanno fatto propri gli insegnamenti e la fiducia dimostrata dagli allenatori, sviluppando una propria personalità sportiva tale da renderli “maturi” calcisticamente parlando. Essi sono consapevoli di essere le stelle dei club e sicuramente non mancheranno nel ridare spettacolo (dopo la grande prestazione di entrambi condita con una rete per parte) nella magica sfida al Santiago Bernabeu.

 Arioli Stefano e Affinito Francesco (5^LES)