Un racconto per l'Angolo del Sereni

4 febbraio 2038

Non è facile per me ripercorrere quel periodo che ha caratterizzato parte della mia adolescenza e che, in qualche modo, ha segnato fortemente il mio futuro. Ho trentasei anni, mi sono trasferita ormai da tempo in Spagna, ma come posso dimenticare quei colori? Forse detto così potrebbe sembrare che io mi ricordi la bellezza della natura in Italia, ma in realtà ciò a cui mi riferisco sono le zone delle regioni. Dove abitavo io, era sempre tutto rosso, talvolta arancione rinforzato.

Per chi non dovesse ricordare, o troppo giovane per saperlo, durante il periodo della pandemia da Covid-19 l’Italia era divisa in fasce colorate in base al numero di contagi. Quel periodo è stato molto stressante e soprattutto mi sentivo rinchiusa, demotivata, impotente di fronte a ciò che stava accadendo: non potevo fare niente per cambiare la situazione di malessere che stavo vivendo poiché nessuno aveva più il pieno controllo della propria vita. La cosa peggiore di tutto, era non sapere quando saremmo tornati alla normalità.

All’inizio della pandemia, nel 2020, mi sono dedicata a me stessa, considerando quel periodo come una sorta di pausa da ogni cosa; tutto sembrava essersi fermato, tranne la paura. Le mie giornate passavano in modo fugace, alternando studio a serie tv: un modo per distrarmi da ciò che stava accadendo. La tv era bombardata da telegiornali che affrontavano giornalmente sempre e solo quella tematica: ovvero, il numero di contagi e di vittime.

Come la maggior parte delle persone, anche io ho subito un lutto in famiglia; da quella perdita e dal tempo libero a disposizione ho capito quale sarebbe stato il mio lavoro futuro perché più passavano le giornate, più mi rendevo conto che bisognasse cogliere ogni occasione e ogni possibilità. Durante l’estate, la situazione sembrava migliorata infatti ho avuto la possibilità di visitare Venezia; ero libera e spensierata, come se stesse tornando la normalità…

Ma mi sbagliavo: la libertà non durò a lungo e mi sentivo presa in giro dagli avvenimenti. Tutta la felicità che ho provato in quel periodo mi è rimasta nel cuore ma fu in grado anche di lasciare spazio a paure e insicurezze. In inverno ogni cosa tornò come la fase iniziale e le sensazioni erano molto più intense; ero arrivata ad un punto in cui non sopportavo più la situazione. Anche la scuola, svolta ormai da mesi in didattica a distanza, iniziava ad essere stressante.

Mi ricorderò per sempre di quel periodo e della paura che provavo alla possibilità di perdere altri membri della famiglia. Forse, se non ci fosse mai stato il Covid, io non sarei mai diventata la donna che sono ora.

Marcarini Maura (4^U)

Ringraziamo la Prof.ssa Francesca Giuliani per averci inviato questo bellissimo racconto, profondo e di grande attualità. Invitiamo studenti e colleghi a contattarci (Prof.sse Sonnessa e Crestani) se desiderate pubblicare un vostro contributo sul Giornalino, che è davvero la voce di tutti nella nostra scuola!