La Giornata della Memoria

Il 27 gennaio 1945 vennnero aperti i cancelli di Auschwitz dall’Armata sovietica. Questa commemorazione si celebra in tutto il mondo per ricordare l’orrore dell’Olocausto: migliaia di vittime ebree furono sterminate nei campi di concentramento nazisti. In questa giornata, anche la nostra scuola ha proposto diverse attività su questa triste ricorrenza: in particolare noi, ragazzi del biennio, oggi abbiamo assistito al video “Proposta di letture sull’Olocausto”, curato dal Gruppo di lettura scenica “Noi dell’Agenzia di Viaggi”.

In una lettura si spiegava che, dopo un viaggio sui vagoni del treno, i deportati erano “selezionati” dall’esercito tedesco come persone in grado di lavorare, oppure come anziani e bambini, e quindi destinati “alla parte sbagliata”, cioè condannati a morte. Chi era in grado di lavorare “nella parte giusta”, era costretto a turni di lavori massacranti fino al cedimento delle proprie forze. Venivano inoltre tatuati con un numero per indentificarli, senza la dignità di un nome, semplicemente un numero. Mi ha colpito il racconto di Lilliana Segre su quel numero, che lei mai ha pensato di cancellare o di vergognarsene, perché non era lei che doveva vergognarsi, ma chi glielo aveva tatuato.

Sempre dalla testimonianza di Liliana Segre, che fu deportata da piccola nel campo di concentramento di Auschwitz, insieme a suo padre, mi ha afflitto la sofferenza di lei bambina, la cui unica speranza era quella di rivedere il padre la sera, ma una mattina fu l’ultima volta in cui lei lo vide.

L’Onu nel 2005 scelse il 27 gennaio come giorno per ricordare una sofferenza così inumana in modo che non accada mai più, una pagina nera della Storia, di cui alcuni negano ancora l’esistenza.

Zoe Romano (IID)