Dopo quasi un anno così difficile e particolare per tutti noi, volevo proporvi, cari lettori, questa poesia e alcune fotografie di un uccellino che tutti abbiamo osservato almeno una volta nei nostri giardini, il pettirosso, un simbolo di speranza e tenacia sia dai tempi dei Celti, sia un segno di buon augurio per il periodo a venire!
Il pettirosso
O pettirosso, canta,
che è nel canto il segreto dell’eternità!
Avrei voluto essere come sei tu,
libero da prigioni e catene…
Avrei voluto essere come sei tu…
anima che si libra sulle valli
libando la luce come vino da ineffabili coppe.
Avrei voluto essere come sei tu,
innocente, pago e felice,
ignaro del futuro e immemore del passato…
Avrei voluto essere come sei tu,
per la tua bellezza, la tua leggiadria
e la tua eleganza,
con le ali asperse della rugiada
che regala il vento.
Avrei voluto essere come sei tu,
un pensiero che fluttua sopra la terra
ed effondere i miei canti
tra la foresta e il cielo…
O pettirosso, canta,
dissipa l’ansia ch’io sento!
Io odo la voce che è dentro la tua voce
e sussurra al mio orecchio segreto. (Kahlil Gibran)
O pettirosso, canta,
che è nel canto il segreto dell’eternità!
Avrei voluto essere come sei tu,
libero da prigioni e catene…
Avrei voluto essere come sei tu…
anima che si libra sulle valli
libando la luce come vino da ineffabili coppe.
Avrei voluto essere come sei tu,
innocente, pago e felice,
ignaro del futuro e immemore del passato…
Avrei voluto essere come sei tu,
per la tua bellezza, la tua leggiadria
e la tua eleganza,
con le ali asperse della rugiada
che regala il vento.
Avrei voluto essere come sei tu,
un pensiero che fluttua sopra la terra
ed effondere i miei canti
tra la foresta e il cielo…
O pettirosso, canta,
dissipa l’ansia ch’io sento!
Io odo la voce che è dentro la tua voce
e sussurra al mio orecchio segreto. (Kahlil Gibran)
Silvia Zandegù (5B)