Tra giustizia e web: la conferenza della professoressa Biavaschi


Cari lettori dell’Angolo del Sereni, mercoledì 9 dicembre gli studenti delle classi 2AL e 2D hanno avuto la possibilità di ascoltare e partecipare attivamente ad una conferenza della prof.ssa Paola Biavaschi, docente presso l’ Università degli Studi dell’Insubria, laureata in Giurisprudenza e in Lettere Classiche, sul tema dell’uguaglianza e della discriminazione nel web.

Dopo aver dato un quadro generale del concetto di diritto, chiave di ogni conflitto non violento, parlando degli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana, la prof.ssa Biavaschi si è concentrata sui temi principali della conferenza: il diritto e il web, due argomenti che apparentemente non hanno collegamenti, ma che in realtà si influenzano parecchio tra di loro. 

Abbiamo provato a riassumere i temi trattati qui di seguito, commentandoli con nostre riflessioni personali.


Libertà di parola e dati personali

L’articolo 21 della Costituzione italiana dichiara che tutti i cittadini hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Ma cosa accade se all’interno di questi ‘altri mezzi di diffusione’ vigono leggi diverse da quelle dello stato?

Fin dalla sua nascita, Internet ha aumentato di parecchio la possibilità dei cittadini di esercitare il diritto a loro conferito dall’articolo 21; tuttavia motori di ricerca, social network eccetera sono privati. Ciò comporta che le leggi che governano il mondo di Internet siano diverse da quelle stabilite dalle costituzioni dei diversi paesi. Su Internet ad esempio vengono censurate e spesso privilegiate pagine e siti con in mente una sola cosa: il denaro.

Inoltre Internet, sebbene sempre più accessibile, chiede un prezzo molto alto ai suoi utenti: la libertà di privacy. Spesso quando navighiamo in Internet ci viene chiesto di fornire i nostri dati personali con il ricatto di non poter leggere i contenuti in caso contrario. In più alcuni social network chiedono anche dati sensibili e supersensibili che talvolta possono essere visualizzati (illegalmente) da persone non autorizzate. Per concludere consigliamo di essere molto cauti nel fornire le informazioni perché non possiamo sapere come e da chi saranno usate.


Il giudice bocca della legge

Uno dei principi illuministi era che il giudice fosse ‘la bocca della legge’ e che quindi non fosse animato da pregiudizi o interessi personali.

Recentemente, negli Stati Uniti è stato sperimentato un algoritmo tecnologico per amministrare la giustizia che avrebbe dovuto realizzare il sogno illuminista espresso sopra.

Il risultato però è stato che i pregiudizi dei programmatori hanno influenzato le sentenze emesse dall’algoritmo, ritenute inoltre oggettive. Questo può farci riflettere... è subito evidente che gli algoritmi non possono quindi essere obiettivi perché programmati dall’uomo.

Inoltre, per rendere giusta la nostra società, dobbiamo davvero affidarci a qualcosa di oggettivo e quindi non umano?


Possiamo quindi dire che web e diritto sono legati a doppio filo e non sempre nel bene!


Lucia Tosi 2AL, Zoe Romano 2D