Quest'anno scolastico si chiude dunque con la DAD (Didattica A Distanza)


Dai primini......RIMPIANTI !!!
Siamo ormai vicini alla conclusione dell'anno scolastico. Questi ultimi mesi sono stati per me abbastanza difficili con la didattica a distanza, a volte certi argomenti erano difficili da capire senza il confronto diretto con i professori, altre volte per via della connessione è stato impossibile partecipare alle lezioni online o mandare i compiti. Anche noi studenti abbiamo subito - tutti quanti - un grande cambiamento all'improvviso. Non vedo l'ora di ritornare a scuola con tutti i miei compagni e i professori, non vedo l'ora di tornare alla mia vecchia vita abituale.

A settembre sarà tutto diverso per via del contagio. Ci divideranno forse in due gruppi, uno andrà a scuola mentre l'altro seguirà le lezioni da casa. Dovremo ovviamente indossare tutti le mascherine, all'entrata ci misureranno la febbre e i banchi dovranno essere posti a misura di sicurezza, infine saranno individuati dei percorsi per muoversi tra i corridoi e le scale. Tutto ciò sarà necessario per evitare di essere contagiati e per poter tornare finalmente alla normalità.

Secondo me però ci vorrà un bel po' di tempo perché tutto torni come prima. NOUR FRAJ (1^D)

Il mio primo anno di superiori si concluderà senza neanche poter salutare amici e professori che non vedo da mesi. La scuola è uno dei luoghi in cui noi adolescenti passiamo gran parte della nostra giornata: il luogo dove si formano molte amicizie e si scoprono nuove passioni; il luogo dove puoi confrontarti con ragazzi della tua età che vivono realtà diverse dalla tua. Quest’anno purtroppo, proprio sul più bello, quando il mio gruppo classe stava iniziando a conoscersi ed io mi stavo abituando al ritmo di un liceo, la mia vita scolastica e quella dei miei compagni è stata completamente stravolta dalle misure restrittive necessarie per far fronte al ‘’Covid-19’’. Non avrei mai immaginato che da studentessa di prima liceo potessi diventare una quasi universitaria che avrebbe dovuto autogestirsi e fare lezione tramite schermo. Ho sempre pensato che la scuola incida anche sulla formazione personale di ognuno di noi. Io stessa, in primis, mi vedo cambiata. Iniziare le superiori mi ha fatto crescere. Ho messo da parte la ‘’Michela delle medie’’ che tanto conoscevo e ho dovuto riscoprirmi. Non andare più a scuola in presenza mi ha fatto sentire incompleta. Sono quasi sicura (e quasi mi dispiaccio) del fatto che anche nei prossimi mesi questa ‘esperienza virtuale a distanza’ mi accompagnerà. MICHELA SAMPERI (1^D)


Quest’anno scolastico - purtroppo - si chiude con la DAD (didattica a distanza), è triste...

Non è come stare a scuola seduti tra i banchi, parlare con gli amici ai cambi d’ora e a volte durante la lezione........ OPS

Essere agitati e ripetere la lezione al tuo vicino di banco per un’eventuale interrogazione, quando una gamba inizia a tremare, le mani a sudare…. Non che adesso durante le “interrogazioni” online non sia così, ma la sensazione è sicuramente diversa!!!

Della scuola mi manca non fare le maratone per i corridoi su e giù e poi ancora su e poi correre in classe per non arrivare in ritardo durante l’intervallo: se devo essere sincera all’open day sono uscita dicendo che avrei fatto il liceo soprattutto per l’intervallo😊. Mi mancano i miei compagni, anche se a volte non li sopporto, però mi mancano, perfino i professori con le loro battute per sdrammatizzare la lezione e renderla più divertente. Non pensavo di dirlo, ma mi manca la SCUOLA☹ GIORGIA ARENA (1^D)

L’anno prossimo la scuola inizierà con vari problemi, che non saranno di facile gestione né da parte nostra né da parte della scuola. All’inizio ci sentiremo tutti un po’ a disagio, ritornando ai ritmi della vita reale, pre-pandemia: alzarsi presto, seguire con costanza le lezioni in classe, acquisire i concetti nuovi e riprendere quelli spiegati nella didattica a distanza.

Al nostro rientro indosseremo ancora le mascherine, mantenendo il metro di distanza, anche se credo che realmente sia impossibile tutto ciò, come potrò mantenere la distanza dai miei amici? Condividere con loro un sorriso? Camminare vicini e bisbigliare? Spero tanto di non trovarmi una parete trasparente che mi divida dai miei compagni.

Sicuramente a settembre sarò più matura e vedrò le cose diversamente; ripensando a quello che i miei compagni ed io abbiamo vissuto con questa Pandemia, sono fiera di come abbiamo saputo affrontare la situazione - nonostante tutto - acquisendo il concetto di “vivere giorno per giorno” le cose belle che ci circondano e tutto ciò che la conoscenza porta con sé. Non si può, quindi, recriminare niente a noi “giovani della pandemia”. Alessandra Ferro (1^D)

...........Dai  quartini, UNO SGUARDO A SETTEMBRE!!!

Io spero che, almeno nella seconda parte del prossimo anno scolastico, possa tornare tutto alla normalità, perchè sono consapevole del fatto che non sarà un anno come gli altri, essendo il mio ultimo anno di liceo. Ricordo ancora il mio primo giorno di superiori: avevo paura a varcare la porta di entrata della scuola, vedevo i ragazzi che frequentavano la quinta come adulti e non mi spiegavo come potessero essere così grandi; ora - se ci penso - questi quattro anni sono passati in un battito di ciglia perciò vorrei godermi al meglio l’ultimo, soprattutto perché la maggior parte dei ragazzi usciti dal liceo con cui ho parlato, me lo hanno descritto come l’anno migliore.

Spero quindi che si possa tornare a scuola nel modo più sicuro e “normale” possibile, così da vedere tutti i giorni i miei compagni con cui ritengo di avere instaurato un rapporto speciale (sicuramente sono tutti grandi amici) e che mi sono mancati in questo periodo di quarantena, soprattutto per la bella atmosfera che si era creata in classe prima che arrivasse il COVID19.

Infine sarei molto contento se tutti riuscissimo finalmente a fare una gita di classe di più giorni, che sarebbe allo stesso tempo la prima e l’ultima del liceo ma, essendo la famosa “gita di quinta”, mi aspetto sicuramente di ricordarmela per sempre. Maggi Manuel (4^A)


Il mio quinto anno di liceo me lo sono sempre immaginato come quello delle esperienze (oltre che dello studio esasperato): la gita all’estero, i corsi di orientamento, la festa dei cento giorni alla maturità, e così via. Eppure il prossimo anno scolastico molto probabilmente non sarà per nulla così.

Per proteggere la sicurezza di tutti, infatti, dovremo prendere le giuste precauzioni, ovvero indossare mascherine, restare ad una certa distanza, lavarci spesso le mani ed utilizzare gel disinfettanti. Dovremo dire addio al compagno di banco, che sarà costretto a separare il proprio dal nostro. Addio anche alla coda infinita alle macchinette del caffè durante la ricreazione che, spesso e volentieri, finiva con il mischiarsi a quella per i vicini bagni e quindi risultava ancora più lunga. Dovremo dimenticarci della calca attorno alla postazione del paninaro che, nonostante corressi a perdifiato al primo rintocco della campanella, finiva comunque con una lotta corpo a corpo per una pizza o una brioche.

Niente più strette di mano e abbracci tra amici in corridoio, niente più “muro degli innamorati”, con tutte le coppiette che si sbaciucchiano approfittando dei dieci minuti di libertà offerti dall’intervallo.

Unico cambiamento positivo, per noi studenti per lo meno, sarà la distanza che anche gli insegnanti dovranno tenere che, forse, ci libererà dal giretto di controllo tra i banchi e ci permetterà maggior possibilità di scopiazzare da pizzetti e appunticini, scribacchiati in un qualche angolo del quaderno!

Scherzi a parte, spero che l’anno prossimo possa in qualche modo restare speciale, così come lo è sempre stato per tutti. Comunque sia, vorrei tanto poter fare tutte le esperienze che normalmente una quinta liceo ha la possibilità di sperimentare. Anche se ora come ora sembra un po’ complicato – per non dire impossibile – mi piacerebbe poter andare in gita in Spagna o in Germania, come tutte le altre classi prima di noi; vorrei il prom di fine anno scolastico, per ballare e divertirmi con amici e compagni. Anche i “raduni” in biblioteca per poter studiare assieme sarebbero ben riaccolti.

Insomma, Covid o non Covid, vorrei che la quinta liceo possa essere una “signora Quinta” anche per me e per i miei compagni. Anzi, chi lo sa, magari sarà proprio questo a renderla così speciale. Rossi Elena (4^A)


Nonostante oramai siamo diventati tutti abbastanza esperti nella didattica a distanza, essa non darà mai le stesse emozioni provate andando a scuola fisicamente: aspettare nel cortile, sotto la pioggia, il suono della campanella; correre per arrivare in tempo fino al terzo piano (in realtà io ho sempre camminato) e vedere il lago e le montagne dalla finestra del corridoio, come un premio per aver superato, ancora una volta, una delle dodici fatiche di Ercole; sedersi tra i propri compagni e osservare le loro espressioni quand’erano interrogati o il modo in cui cercavano di suggerirsi a vicenda; uscire in cortile durante la bella stagione sia a fare lezione, sia semplicemente a parlare con gli amici durante la ricreazione; notare i vari modi di ‘varcare la soglia’ di ogni professore; correre in palestra appena suonava il cambio dell’ora... Mi mancano addirittura le lezioni di motoria, questo dice tutto.

Non riesco proprio a comprendere come alcuni (fortunatamente veramente pochi) preferiscano di gran lunga lavorare da casa: secondo me la scuola è come una lunga partita in cui non è importante vincere ma partecipare, impegnandosi, e dove ogni classe è una squadra che, per superare il girone, nonostante non debba sconfiggere nessuno, deve collaborare. Una delle cose che più mi manca è, infatti, una volta finita la giornata scolastica, uscire a mangiare (rigorosamente con cibo portato da casa) insieme al mio gruppo studio, che si stava allargando sempre più, per poi andare in biblioteca a studiare e chiacchierare.

…...Mi ricordo l’anno scorso quando, vedendo passare per i corridoi i ragazzi di quinta vestiti a tema, non vedevo l’ora di poter farlo pure io, insieme ai miei compagni; alla fine ognuno non aspetta altro che poter fare l’ultima foto di classe con anche i professori, urlare il conto alla rovescia l’ultimo giorno di scuola, ascoltare ‘Notte prima degli esami’ di Venditti e salutarsi come si deve, consapevoli che ci sarà solo l'ultimo scoglio da superare: gli esami di Stato.

Se, come si pensa, l’anno prossimo inizierà con molte restrizioni, spero che almeno alla fine si possa tornare completamente alla normalità e recuperare ciò che abbiamo lasciato indietro.

Le classi saranno divise, i posti assegnati, le distanza rispettate, i guanti sulle mani, le mascherine sul volto e le conoscenze, si spera, nella testa. Biasoli Lucia (4^A)


Quest’anno si è concluso in un modo un po’ particolare e, nonostante le infinite difficoltà iniziali, penso che ci abbia insegnato ad utilizzare molti strumenti che prima non avremmo mai immaginato.

Youtube, Google e molte altre piattaforme sono diventate parte fondamentale della didattica e, a mio parere, ciò non può che aumentare la curiosità di noi studenti.

Per me la scuola ha sempre faticato a stare al passo con i tempi, la maggior parte dei professori sono sempre stati molto scettici riguardo i mezzi di comunicazione della mia generazione, eppure questa situazione ha obbligato tutti a fare un enorme passo avanti, senza poter scegliere.

La didattica a distanza, oltre ad aumentare il desiderio di fare e di ricercare (perché “giochiamo in casa”, utilizzando mezzi che, ormai fin da quando siamo piccoli, siamo abituati ad usare) penso sia stata una risorsa anche per la nostra maturità e il nostro modo di vedere la scuola.

A casa non hai nessuno che ti zittisce appena apri bocca con un tuo compagno durante un test, a casa non ci vuole niente a prendere un libro e a copiare, o a non fare i compiti perché “tanto non mi vengono chiesti”. Le azioni che abbiamo fatto sono state completamente nostre: abbiamo deciso noi per chi e come abbiamo voluto studiare. Stando nella mia camera, mi sono resa conto che, spesso se avevo problemi o domande, dovevo trovarmi la soluzione, cercare, o collaborare con i miei compagni per risolverli, tutto ciò ci ha dato una capacità di risoluzione e di ricerca non banale.

Ovviamente la didattica a distanza ha i suoi lati negativi, a me sono mancati i miei compagni, mi è mancata la quotidianità della giornata scolastica, mi è mancato durante questi mesi, entrare in classe e trovare professori che ormai sanno a memoria come siamo e viceversa.

Mi auguro, a settembre, di poter avere ancora una volta come vicina di banco la mia amica Elisa, perché quest’anno non siamo riuscite a godercelo completamente. Infine, mi auguro che la motivazione allo studio, acquisita in questi ultimi due mesi non si spenga, ma continui a ricordarmi che quello che faccio è per me e che ciò che studio, anche se spesso con fatica, mi piace.

Cusatelli Isabella (4^A)