Visite di istruzione: intervista alla Prof.ssa Maria Stella Riva

 Dato il suo ruolo di responsabile nell’organizzazione delle visite d’istruzione proposte dal Liceo, chi meglio della prof.ssa Riva può parlarne? Accanto alle domande di natura più tecnica, qualche considerazione personale.

Giulia: Secondo lei, quale dovrebbe essere lo scopo principale di un’uscita didattica?

Prof.ssa Riva: Il fine primo è sicuramente di natura culturale; ovviamente non è da trascurare quello ludico, anche se non si tratta dell’obiettivo primario.
La visita d’istruzione deve essere innanzitutto coerente con il programma di studi, ma non solo: deve anche tener conto dei progetti di alternanza scuola-lavoro. Basti pensare alla gita svolta in Alsazia-Lorena a cui hanno preso parte due classi l’anno scorso.

G.: Quali sono le visite d’istruzione che di solito si tende ad evitare, e quali sono i motivi dietro a tali scelte?

 P. :Basandomi sui criteri di cui ho parlato per la scelta di una buona visita, generalmente si evitano località non congruenti con il percorso di studi delle classi. Si cerca inoltre di non considerare luoghi o Paesi afflitti da problemi di natura politica: l’annullamento della gita a Barcellona (proposta alla mia classe lo scorso anno - ndr) è stato causato proprio da una condizione politica instabile.

G.: Parlando di gite, il Liceo presenta spesso proposte interessanti, che vengono sempre apprezzate: quali sono le gite “classiche”, le preferite dagli studenti? Perché ritiene che abbiano questo successo?

P.: Per molti anni sono state proposte, parlando di visite d’istruzione della durata di più giorni, le città di Roma e Firenze. Per quanto riguarda le mete estere, invece, vengono spesso considerate Vienna, Barcellona (annullata l’anno scorso), Bruxelles o Berlino.
Probabilmente il motivo dell’apprezzamento risiede nella ricchezza artistica, culturale e storica di queste destinazioni.
La richiesta di una gita a Londra, che viene spesso avanzata, deve essere esclusa, principalmente a causa dei costi.

G.: Quest’anno sono state proposte mete davvero originali: quali sono state, in base alla sua esperienza, le gite meno convenzionali scelte dal Liceo negli anni passati?

P.: Ricordo che un anno fu proposta una visita d’istruzione in Grecia: si trattò di una scelta che si allontanava dalla tendenza generale.
Nonostante ciò, credo che quella più originale mai effettuata sia sicuramente quella a Tenerife: se la prima ancora aveva un’impronta culturale e artistica, la gita di quest’anno ha inaugurato un nuovo “trend” basato sulla differenziazione delle classi.
Il Liceo, infatti, comincerà ad organizzare visite che non uniformino le uscite didattiche, bensì che si concentrino sulle specifiche materie di ogni indirizzo: parlando della visita a Tenerife, in particolare, l’attenzione si è spostata sull’ambito scientifico, prima raramente considerato.

G: Lei crede che questa scelta si rivelerà un successo?

P.: Senza dubbio. Per ragioni prettamente tecniche l’organizzazione potrà essere complicata, ma si tratta comunque di gruppi gestibili; ciò contribuisce inoltre alla creazione di un rapporto privilegiato con gli accompagnatori
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G.: Pensa che questa visita verrà riproposta?

P.: Credo di sì; magari non si parlerà della stessa meta, ma la modalità di scelta sarà identica.
G.: Parlando in particolare delle classi quinte: si considera spesso la gita dell’ultimo anno come qualcosa a cui non è possibile rinunciare; lei cosa ne pensa?

P.: Per le classi che hanno l’opportunità di parteciparvi, la gita di quinta è l’atto conclusivo di un percorso di studi, ma non solo: si tratta anche di un momento importante per gli insegnanti stessi.

Ringrazio infinitamente la prof.ssa Riva per il suo contributo, e mi rivolgo a chi, come me, non ha potuto partecipare alla gita di quinta – per un motivo o per un altro-: non temete miei prodi, la vita è piena di occasioni per viaggiare.

Giulia Cuomo (5^A)