Scambio tricolore

Finalmente la 4AL è partita per lo scambio Italia-Francia. Questa esperienza, è durata 9 giorni ed è stata pazzesca.
Ma prima di raccontarvi tutto, vi spiego in breve in cosa consiste un vero e proprio scambio.

Due scuole si mettono in contatto e le stesse devono trovare alunni/classi disponibili. Una volta fatto ciò, ogni alunno inizia a conoscere in vari modi il proprio corrispondente al fine di creare il migliore dei rapporti. Dopo di che...inizia l'avventura!

La mia classe è partita il 2 aprile, super agitata, dal piazzale della stazione di Luino. Il viaggio è durato ben 6 ore (quasi interminabili). All'arrivo, le nostre corrispondenti ci spettavano ansiose.
Questa esperienza è stata, per me, realmente una bomba. La mia famiglia francese è stata gentilissima e comprensiva, ho instaurato un buonissimo rapporto con la mia corrispondente e... ho assaggiato pure le rane (sono buone, sanno di pollo)

La professoressa Durand che ci ha accompagnato in
questa avventura: prima di partire ripeteva come un mantra ''Il faut s'adapter''. Il che è proprio vero. E' stato un po' un trauma non avere il bidet, ma anche avere la sala da bagno staccata dalla toilette. Avete capito bene, è abitudine francese avere una stanza separata da quella dove è situato il sanitario. Ho provato a chiedere perché, mi hanno risposto ''per pudore''. Inoltre, come ben sapete, la cucina è diversa della nostra. Da buona forchetta italiana quale sono, ero davvero scettica, ma ahimè questi francesi sono proprio bravi con le verdure e il formaggio! La mia famiglia ogni giorno mi preparava specialità francesi: la fondue, la raclette, le patate al burro, crepes salate e dolci. Ogni mattina pain au chocolat e croissant, panini al caramello e burro o Nutella, tutto accompagnato da succo di produzione agricola del paese. E io che pensavo che non sapessero mangiare! Ovviamente ho portato un po' della nostra Italia, cucinando la Carbonara. Per poco non morivo però: volevano aggiungere la panna e spezzare gli spaghetti, roba dell'altro mondo!
Per quanto riguarda il clima, siamo stati un po' sfortunati perché ha nevicato il giorno successivo al nostro arrivo e faceva davvero freddo! Ma loro non l'hanno vissuta come noi. Probabilmente sono abituati a molto più freddo e in quella occasione ho visto tutti i nostri corrispondenti con cappotti primaverili e magliettine davvero leggere... SENZA MAGLIA DELLA SALUTE SOTTO! Ogni volta che uscivo di casa, la mia ''corres'' Jeanne, mi prendeva in giro. Ovviamente sembrava che dovessi andare al Polo Nord.

Il sistema scolastico francese, comunque, è molto diverso dal nostro. Le lezioni vanno dal mattino, fino al pomeriggio. Non ci sono classi fisse, ma corsi (come negli Stati Uniti, più o meno), le singole lezioni possono durare anche 40 minuti e i programmi affrontati sono meno concentrati dei nostri. Una cosa che mi ha sconvolto tantissimo è che loro non sapevano, ad esempio, del colonialismo italiano in Libia, non conoscevano Garibaldi, non avevano idea di cosa fosse il 1861. Questo perché non studiano la storia come noi, che sappiamo tutto riguardo la Francia, i suoi re e le rivoluzioni! Inoltre, è molto raro che gli alunni debbano esporre oralmente e le lezioni non sono passive come le nostre, i liceali intervengono molto più spesso e sembrano loro i professori. Ci sono inoltre vari corsi che qui in Italia non abbiamo, ad esempio l'ora di musica o quella di arti plastiche (alle quali ho preso parte). Il liceo inoltre diventa la seconda casa per gli studenti: ci sono sale apposite dove studiare, altre dove rilassarsi. Inoltre ha funzione anche di internato per quei ragazzi che vivono lontani dal liceo e sono più comodi a stare lì tutta la settimana.
Cosa abbiamo fatto in Francia? Mille cose. Abbiamo visitato Dijon, tipica per la senape e il pan d'épices (dolce particolare, un pane speziato) e la crème de cassis (ricavata dalle bacche del famoso liquore). Siamo andati a Besançon, abbiamo visto la casa natale di Victor Hugo e cittadella, veramente importante, perché serviva per avvistare il nemico e prepararsi all'attacco. Oggi ospita un museo sull'olocausto ed è una riserva per animali in via di estinzione (scimmie, tigri, facoceri). Ovviamente abbiamo visita anche il paese del liceo che ci ha accolto: Pontarlier, città famosa anticamente per il suo consumo spropositato di assenzio. Siamo andati alla scoperta anche di Ornans, al museo di Courbet, famoso pittore precursore del realismo. L'ultimo giorno, abbiamo visitato il caseificio di Pontarlier, che produce i formaggi della ragione: il Comté, il Morbier e il Mont d'Or. Ogni corrispondente poi, aveva le proprie abitudini. C'era chi aveva gli allenamenti di pallamano, chi andava a cavallo, chi si svegliava tutti i giorni alle 5.40, chi mangiava tardi e chi presto. Ognuno di noi ha vissuto quindi una propria esperienza!

Vorrei ringraziare di cuore, a nome della mia classe, le professoresse Durand e Depracter che ci hanno accompagnato e sostenuto nei momenti più difficili e fatto scoprire cose nuove.

I nostri corrispondenti arriveranno il 2 maggio e soggiorneranno 7 giorni. Io sono pronta, voi?

Alessia Maselli (4AL)