LA CONFERENZA DI GHERARDO COLOMBO PER IL LICEO DI LAVENO

Nella mattinata di martedì 29 maggio 2018, presso il Teatro Mombello di Laveno, alla presenza di oltre un centinaio di alunni e docenti della Scuola Media Monteggia e del triennio del Liceo “Sereni”, si è tenuta la conferenza presieduta dall’ ex magistrato italiano, Gherardo Colombo, figura di rilievo di celebri inchieste come “Mani pulite”.

L’incontro, iniziato poco prima delle ore 10:00, è stato aperto dai ragazzi delle medie. Questi, avendo letto precedentemente in classe il libro “Sei stato tu”, della scrittrice Anna Sarfatti e dello stesso Colombo, hanno gettato le basi per dare vita ad un costruttivo colloquio sulla funzione e l’importanza della nostra Costituzione.

L’ex P.M., prendendo subito la parola, ha esordito con una domanda non del tutto scontata: “A voi piacciono le regole?”. Interrogativo che ha avviato una serie di riflessioni su cosa significhi vivere in un mondo gestito da norme e della loro presenza nella vita di tutti i giorni. Regole che sono ovunque, ci indicano il modo migliore di svolgere un’attività e di convivere civilmente con le persone che abbiamo intorno.


“Scommetto che tra tutte le regole, quella di andare a scuola vi piace un po’ meno”, è stata l’affermazione seguente dell’ex magistrato che ovviamente suscita il consenso generale. Tenta allora di chiarire meglio quella che sembra una provocazione, ponendo una nuova domanda: “Che cosa rende una persona veramente libera?”. Nelle riflessioni collettive riepiloga che “una persona libera è quella che può scegliere, ma non potrebbe scegliere senza conoscere”: da qui la scuola come strumento di libertà.

E se la scuola deve essere mezzo di apprendimento per capire meglio la realtà che ci circonda, “perché in storia fate sempre le stesse cose e non arrivate mai alle vicende dei giorni nostri? Perché sapete a memoria i nomi dei sette re di Roma e non i principi della Costituzione?” – afferma in tono scherzoso.

Con queste parole Colombo vuole invitare i ragazzi, e non solo, a riflettere sul fatto che l’educazione debba servire a far crescere nuove generazioni di cittadini competenti e rispettosi delle leggi.

L’ex magistrato punta su questo piuttosto che sulle pene e la giustizia, consapevole che rimarrà sempre almeno una piccola parte di cittadini che non si atterrà alle leggi. L’abbandono della magistratura, confessa, è derivato proprio dalla presa di coscienza che i problemi devono essere affrontati “a monte”, educando adeguatamente i cittadini, prima che tribunali, avvocati, giudici e sentenze «sanzionino» col carcere…

Egli sostiene, infatti, che il carcere in sé, oggi, sia più dannoso che utile, perché privo di uno scopo rieducativo, di preparazione al reinserimento del singolo individuo nella collettività. Insomma, proprio un'altra visione rispetto a quella alla quale siamo sempre stati abituati e che lui si impegna in prima persona a diffondere, attraverso incontri, che testimoniano l’importanza della legalità. In fondo la Costituzione è stata scritta proprio per questo scopo: affinché ogni cittadino sia sempre rispettato.

Grazie a parole sagge e alla portata di tutti, Colombo è riuscito così a far arrivare il proprio messaggio a noi studenti. Ha dimostrato, infatti, che la libertà, sebbene non sia concetto semplice, può e deve essere discusso con ragazzi della nostra età. Questa esperienza ha rappresentato un arricchimento da più punti di vista e permesso una riflessione sui temi trattati, dalla Costituzione alle semplici “buone abitudini quotidiane”. L’indicazione etica che per noi giovani è scaturita dall’incontro è stata dunque questa: non c’è libertà senza regole.

Alberto Giura e Agustina Fiorella Arturi
(CLASSE 3^A LICEO “SERENI”LAVENO)