Martedì 17 Novembre le classi Quinte
del nostro Liceo si sono recate al Teatro Sociale di Luino per
seguire una ‘Lectio Magistralis’ tenuta dal Professor Gianmarco
Gaspari, docente di lettere dell’ Università Insubria di Varese e
direttore di Casa Manzoni di Milano.
Il tema della lezione universitaria è
stato: la letteratura nella Grande Guerra.
Una tematica interessante, che è stata
affrontata in modo trasversale: il professore ha illustrato la Belle
Epoque, il periodo d’oro del ‘900, soffermandosi sulle condizioni
storico-sociali e soprattutto culturali dell’anteguerra. Un periodo
di grande fervore, in cui artisti del calibro di Picasso si
incontravano con letterati come Ungaretti, Apollinare, Marinetti ,
discutendo, collaborando, plasmando le loro idee nei caffè di
Parigi, capitale della cultura novecentesca, e ponendo le basi
culturali del nuovo secolo.
Il professore ci ha descritto il quadro
storico europeo e le sue conseguenze: il ridimensionamento della
figura dell’ intellettuale nella società di massa, la nascita
delle avanguardie, tra cui Futurismo e Espressionismo, e il progresso
della realtà urbana, che viene sconvolta dalle innovazioni della
Seconda Rivoluzione Industriale: la luce nelle strade, l’automobile,
la corrente elettrica.
Dal punto di
vista letterario, ha posto l’accento su Ungaretti, orgoglio
italiano (benché nato ad Alessandria D’Egitto) e poeta emblematico
della Prima Guerra Mondiale. Fu soldato sul Fronte Meridionale e
lasciò ai posteri una serie di poesie che descrivono perfettamente
l’ orrore della guerra che causò all’Europa 17 milioni di morti.
Personalmente ho trovato l’incontro
interessante e di grande attualità a seguito degli attentati
terroristici di Parigi, dal momento che (purtroppo), se confrontano
le due situazioni storiche-sociali-economiche, si può trovare una
serie di analogie che mi hanno allarmato, ma non sono qui per
illustrarvele: anzi, esorto chi sta leggendo a trovarle per non
commettere gli stessi errori che gli uomini fecero esattamente un
secolo fa.
Inoltre leggere le poesie dal fronte di
Ungaretti rende perfettamente l’idea delle atrocità della guerra,
una parola usata con troppa facilità di questi tempi, nonostante l’
orribile significato di morte e distruzione che porta con sé.
E’ stato un incontro costruttivo,
voglio ringraziare ‘Gli amici del Liceo’ che ci hanno offerto
questa possibilità: infatti la lezione mi ha donato una serie di
spunti riflessivi e vorrei proporvi una delle frasi che più ho
apprezzato e che mi ha aperto la mente:
‘Mai fermarsi all’apparenza,
bisogna approfondire sempre; tra il semplificare
e il complicare, scelgo sempre la seconda, perché il mondo è
complesso e si perde molto a “parlare solo con la pancia’’
Camillo Alborghetti 5A