Vi siete mai chiesti come vivono le diverse popolazioni del mondo orientale? O quali storie si celano dietro gli oggetti di uso quotidiano delle varie tribù? Camminando per i corridoi del Museo dei Popoli e delle Culture di Milano (PIME), ho avuto l’opportunità di conoscere dettagli di diverse tribù e popolazioni orientali che, generalmente, sfuggono alla mentalità del mondo Occidentale.
Infatti, è molto interessante notare come anche un solo colore possa assumere le più svariate interpretazioni, dal bianco candido occidentale e nero elegante, a paragonare gli stessi colori a elementi della natura, quali l’acqua (nera e femminile) e la terra (bianca e maschile), che assumono più un significato legato alle loro tradizioni.
Così come è stato possibile conoscere che in Cina le vesti blu, con l’ultima dinastia (Quing), erano dinastiche e solo quella con raffigurato il dragone cinese era destinata all’imperatore: e questo riguarda anche l’abito nuziale cinese che, diversamente dalla cultura Occidentale, è tipicamente di colore rosso con riferimenti al mondo animale per una particolare valenza simbolica.
Allo stesso modo, non solo il colore, ma anche oggetti come maschere, anelli, orecchini e tutto ciò che viene considerato sacro, in contesti culturali differenti da quello occidentale, acquisiscono un’importanza da non sottovalutare e che, proprio per questo, rendono un popolo unico. Infatti, attraverso gli aneddoti presentati, la visita mostra anche come le maschere alle volte assumono valore negativo, considerando l’uomo come incarnazione dello spirito santo perché simbolo di discendenza in terra. D’altra parte rappresentano dei canoni di bellezza, come gli anelli, gli orecchini o i girocolli delle donne della tribù Kayan, in Thailandia. Queste spirali in ottone indossate dalle donne, chiamate in modo dispregiativo “donne giraffa”, servono per attirare il turismo di massa più che per un rispetto effettivo della tradizione.
Dunque, è grazie a quest’esperienza che ho compreso appieno come ogni singolo dettaglio sia unico e fondamentale per definire concretamente la cultura, non solo come l’insieme di tutti questi valori, ma che di fatto rappresenta una forma di risorsa universale, su cui, tuttavia, influisce una visione etnocentrica che ne limita il valore, impedendoci di vedere nelle diversità di ciascun popolo un’opportunità di crescita e confronto.
Silvia Graziotto (4U)