Il mito di Bernardino Luini celebrato al Museo Parisi - Valle di Maccagno

Presso il Museo Vittorio Parisi di Maccagno è in corso una mostra ricca di fascino e di cultura, “Bernardino Luini: un ritorno”. L’esposizione, ben strutturata e organizzata, accompagna il visitatore alla scoperta del pittore e incentra il suo interesse, oltre che sulla magnifica Madonna del latte (dipinta nel secondo decennio del XVI secolo ed ora parte di una collezione privata), sulle origini della sua famiglia.

A quasi mezzo secolo fa risale la mostra “Sacro e profano nella pittura di Bernardino Luino”, tenutasi a Luino nel 1975, quando si riteneva ancora che la nostra città potesse essere luogo natale del pittore (in mostra anche la riproduzione pittorica della allora presunta casa natale dell’artista, situata in Piazza San Francesco e di cui ancora oggi si può ammirare la pregevole porta ad arco di epoca rinascimentale). A partire da Paolo Morigia – parliamo dei primi anni del XVII secolo – si era infatti diffusa la leggenda per cui il celebre artista cinquecentesco fosse imparentato con la nobile casata dei Luini. Si era vagheggiata anche la realizzazione di un monumento dedicato a Bernardini Luini, giungendo, come è testimoniato in mostra, anche a realizzare i bozzetti e i modelli preparatori; tale progetto, purtroppo, non ebbe alla fine realizzazione concreta: gli eventi storici e, forse, alla fine anche l’incertezza sul luogo di origine del personaggio, pesarono sulla sua mancata realizzazione.

Molto interessante è anche lo studio sul diffuso e inesausto apprezzamento internazionale di cui il pittore, soprattutto nell’800, godette: la purezza del tratto, i colori avvolgenti, la dolcezza dei personaggi ritratti, l’originalità dei contenuti decretarono un inossidabile successo.

Negli anni ’80 e ‘90 i lavori scientifici di Grazioso e Vittorio Pini hanno infine acclarato che la famiglia dell’artista era originaria non di Luino, ma di Dumenza, e che il casato era quello degli Scappi o Scapi, sicuramente meno altisonante di quello dei Luini, in quanto legato a semplici attività commerciali, ma non meno noto perché rimanda probabilmente al celebre cuoco della Val Dumentina, Bartolomeo Scappi, autore di squisite ricette realizzate nelle corti di mezza Europa e giunte fino a noi grazie ai suoi libri di cucina.

L’esposizione, di cui ideatori sono Gabriella Badi e Federico Crimi, è corredata di pannelli che accompagnano il visitatore e gli permettono di immergersi sia nella storia del personaggio e della sua famiglia (esposta anche un’opera del figlio Aurelio, anch’egli pittore di fama intorno alla metà del Cinquecento, un pregevole angelo musico), sia nella fortuna che egli ebbe nei secoli e che ne fece uno degli artisti italiani più conosciuti, anche all’estero.

Federico Crimi, responsabile delle collezioni e delle mostre del Museo Parisi-Valle di Maccagno, si è gentilmente reso disponibile per una breve intervista:
D: Perché è sorta l’idea di una mostra su Bernardino Luini presso il vostro museo?
R: L'idea viene naturalmente dalla necessità di celebrare un mito locale, il Luini. Ma dal 1993, anno della scoperta della provenienza da Dumenza e dall'individuazione del casato di origine, gli Scappi, non si era manifestata la possibilità di disporre di un'opera autografa attorno alla quale ideare un percorso espositivo adeguato. L'occasione davvero fortunata si è presentata alla fine dell'anno scorso.

D: Dove si trova usualmente la splendida Madonna esposta?
R: Non lo sappiamo nemmeno noi! L'opera è in collezione privata e il tramite per averla in esposizione al museo di Maccagno è stata la galleria d'arte Rimigioli di Legnano, alla quale va un profondo ringraziamento. Sappiamo solo che è conservata in Italia e che la sua precedente "dimora" era in una collezione di un notaio in Canada.

D: Bernardino Luini pare sia imparentato con la famiglia Scappi di Dumenza. Ha quindi dei legami familiari con il celebre cuoco rinascimentale Bartolomeo Scappi?
R: Bella domanda! Non lo sappiamo ancora ma supponiamo di sì. Primo perché c'è un augusta testimonianza in tal senso, quella di Giovanni Paolo Lomazzo (pittore e trattatista), che era amico del figlio più noto di Bernardino, Aurelio, e che, quindi, è un testimone attendibile e quasi diretto. Secondo perché, di fatto, tra il pittore Bernardino (nato attorno al 1480) e il cuoco, Bartolomeo (nato nel 1500 esatto) corre meno di una generazione. E Dumenza, si sa, non è una metropoli! Comunque è un campo di indagine che va ancora sviluppato su fonti d'archivio e che può dare anche molti risultati per verificare la discendenza diretta dal pittore Bernardino a Dumenza. Magari non da lui (tutti i figli si sono trasferiti altrove) ma dal fratello, Martino, e dai cugini.

D: Quali saranno le prossime mostre in programma al Museo?
R: Grazie per l'interessamento. Non lo abbiamo ancora scritto da nessuna parte. Quindi questa è una piccola anteprima. Una volta che la Madonna del latte di Bernardino Luini avrà lasciato le sale del Civico Museo Parisi Valle di Maccagno sarà la volta di un altro autore del territorio che riteniamo meritevole d'attenzione e di rivalutazione. Lo scultore Eugenio Pellini di Marchirolo, villaggio in cui nacque nel 1864. Si tratta di uno dei tanti, tantissimi grandi scultori dell'area varesina, tra Viggiù, Saltrio e Ganna, che meritano davvero molta più attenzione per l’apporto dato allo sviluppo della scultura non solo nell'Italia settentrionale. A seguire, da dicembre a marzo (2025), con la mostra "Aperto per inventario" vorremmo tornare a lavorare sulle collezioni permanenti del museo. Soprattutto sulla collezione archeologia attorno alla quale speriamo di raccogliere importanti collaborazioni dal mondo universitario.
La mostra rimarrà visitabile fino al 30 giugno.

Mario Facchetti, IV A – Liceo Scientifico