Il 1° dicembre, durante la lezione di arte, abbiamo lavorato in classe, divisi in gruppi, sulla Natività che ogni anno viene appesa, in sostituzione al presepe, sotto l’albero di Natale del Liceo. Quest’anno verrà esposta la natività del Trittico Portinari, conservato al Museo degli Uffizi di Firenze e datato al 1477-78.
L’opera è stata commissionata da Tommaso Portinari, dirigente della banca de’ Medici a Bruges, per completare l’altare della chiesa di Sant’Egidio, nell’ospedale di Santa Maria Nova, a Firenze, di antico patronato dei Portinari. Lo scopo di Portinari era contribuire alla salvezza della sua anima esprimendo la sua devozione religiosa e confermare la sua importanza sociale e commerciale anche in Italia.
Il Trittico Portinari è stato realizzato da Hugo Van Der Goes, uno dei pittori fiamminghi più noti, vissuto nella seconda metà del XV secolo. Egli rivestì importanti incarichi nella schiera dei pittori di Gand, godeva di grande rispetto e veniva spesso impiegato dal governo della città come pittore.
Descrizione
Nella scena centrale del Trittico Portinari, la Madonna viene rappresentata in adorazione di fronte al bambinello, riconoscendone la natura divina pur essendone la madre. L’immagine esprime umiltà, devozione e amore materno.
I pastori in alto a destra rappresentano il popolo comune umile e commosso, che per primo riconosce la divinità di Cristo.
San Giuseppe invece è ritratto a sinistra accanto a una colonna simbolica che somiglia a quella a cui si è appoggiata Maria durante il parto. Giuseppe è composto, devoto e raffigurato come protettore e guida della sacra famiglia e come figura di sostegno nella preghiera.
Nella stalla, dietro alla Vergine, vediamo il bue e l’asinello.
Il bue simboleggia il popolo ebraico, mentre l'asino rappresenta i popoli pagani, entrambi adoranti il Bambino Gesù.
In primo piano troviamo fiori e spighe di grano che non sono rappresentati casualmente.
I gigli rossi simboleggiano la passione ed il sangue di Cristo, gli iris bianchi simboleggiano la purezza della Vergine Maria, gli iris violacei i dolori della Vergine, i garofani nel vaso di vetro simboleggiano la Trinità. Infine, le spighe di grano simboleggiano l'Eucaristia, in particolare il pane spezzato da Gesù durante l'Ultima Cena, che è il fondamento della celebrazione religiosa.
Inoltre le spighe fanno riferimento alla denominazione di Betlemme, in ebraico “casa del pane”.
Le case sullo sfondo richiamano le tipiche architetture del nord Europa, proiettando la scena sacra in un contesto umano, terreno, con attenzione alla realtà.
Proprio quest’ultimo aspetto colpì moltissimo gli artisti italiano quando videro per la prima volta l’opera. I pittori fiorentini, abituati a scene più edulcorate e ieratiche rimasero basiti davanti a una rappresentazione così ricca di dettagli realistici.
Classe 4ALF