L'assemblea di Istituto sulla mafia

Il giorno mercoledì 18 aprile noi alunni delle classi prime e seconde del liceo "Sereni" ci siamo recati al teatro Sociale di Luino per partecipare ad un incontro formativo sul tema della mafia, organizzato dal prof. Zanin e dalla nostra rappresentante di istituto, Sofija Zobina.

Don Marcello Cozzi, esperto nella lotta contro la mafia e il malaffare, ha trattato questo argomento in modo molto brillante, coinvolgendoci e interagendo con noi.

Durante l’incontro, ci ha raccontato storie di vittime e pentiti che lui stesso ha conosciuto. Tutte queste storie sono raccolte nel suo libro “Ho incontrato Caino”.



Per catturare la nostra attenzione, ha iniziato l’incontro chiamando vicino a sè una decina di ragazzi e ponendoci domande riguardanti la malavita.

Le domande poste a noi giovani, seppur semplici, hanno aperto un dibattito che ci ha permesso di confrontarci e soprattutto imparare cose nuove.

La prima domanda posta da Don Marcello è stata proprio: “Secondo voi cos’è la mafia?”

Facendo riferimento al film Gomorra, siamo arrivati alla conclusione che la mafia non solo è legata ai soldi, ma è qualcosa di molto più complesso. Don Marcello ci ha fatto capire, con i suoi racconti e vari esempi, che la mafia è obbedire, la mafia è onore e potere, ma soprattutto tra i ragazzi, che sono sempre più preda della criminalità, la mafia è sentirsi “fighissimi”.

Ha proseguito l’incontro chiedendoci: “Cos’è l’atteggiamento mafioso?”


Abbiamo certamente capito che è quel comportamento “visto, non visto” è l’indifferenza e l’omertà dell’uomo. L’atteggiamento mafioso è aspettare e covar vendette.

Il consiglio che Don Cozzi ci ha dato è quello di vivere nella trasparenza, terminando l’incontro chiedendoci: “Ci si può pentire e voltar pagina?”

Questa è stata la domanda che più ha creato confronto tra noi giovani, ma alla fine ci siamo trovati d’accordo sul fatto che nella vita non bisogna dare nulla per scontato, che nessuno ha il diritto di togliere o rovinare la vita ad un’altra persona, ma allo stesso tempo bisogna tener conto che noi siamo uomini e non robot e che quel che siamo oggi non è quello che saremo tra vent’anni.

Il perdono è senza dubbio una cosa intima e personale, ma poniamoci questa domanda: che tipo di mondo vogliamo costruire? Un mondo dove non esiste il perdono ma solo la vendetta?

Sara Gaballo 2C (Foto di Gianmarco Maffioli, 2C)