Il liceo all'estero

Quest’anno sei studenti del nostro liceo hanno scelto di trascorrere un periodo più o meno lungo all’estero.
Qualche settimana fa è tornata una di queste ragazze, Isabella di 3D, e la curiosità era troppa per non intervistarla.


Marta: Ciao Isabella, raccontaci un po’ la tua esperienza all’estero: come ti sentivi prima di partire e come ti senti ora?
Isabella: Prima di partire sicuramente ero in ansia, non sapevo come mi sarei trovata, se sarei riuscita a raggiungere il livello di preparazione dei miei compagni, parlare in francese o comunque mantenere una media sufficiente; non sapevo se sarei riuscita a socializzare ed entrare in un gruppo.
Avevo paura di lasciare le mie abitudini e un po’ la mia vita.
Il primo periodo lì è stato difficile, poi in realtà mi sono abituata, sono entrata in un mio ritmo e ho legato con molte persone.

M: Ora come ti senti?
I: Sono tornata e sicuramente poter parlare la mia lingua mi facilita, anche se adesso confondo
molto le parole, anche durante le interrogazioni: quando vado in ansia, inizio a utilizzare parole
francesi e cerco di renderle in italiano.
Mi sono affezionata molto alle persone in Francia, ma ora che sono tornata ho ritrovato i miei amici e sono contenta di poter passare del tempo con loro. La cosa più difficile dell'essere tornata è stata quella di dover tornare alle miei vecchie abitudini.

M: Perché hai deciso di intraprendere questo percorso di un quadrimestre all’estero? 
I: Per provare un altro sistema scolastico. Ho scelto "di pancia" questo paese, avevo molta voglia di conoscere e cambiare.


M: Ti eri posta degli obiettivi? Hai raggiunto ciò che volevi?
I: Sì, mi ero posta degli obiettivi ma mi sono resa conto alla fine che è stato inutile, perché non sono riuscita a conseguirne nemmeno la metà.
Quando parti hai così tanti sogni, obiettivi, che è impossibile raggiungerli tutti in così poco tempo, ma sicuramente quelli che ho raggiunto sono stati un'emozione grandissima e dei grandi traguardi personali.
Ho lottato per raggiungere quello in cui credevo.

M: Cosa ti ha lasciato questa esperienza? 
I: Sicuramente delle amicizie bellissime

M: per quanto riguarda l’indipendenza fuori casa, l’autonomia? 
I: Impari modi diversi di vedere le cose ma anche regole nuove all’interno della famiglia; per esempio si dà per scontato che, finita la doccia, puoi tornare in camera tua e cambiarti: lì non lo puoi fare, devi pensare prima a prendere i vestiti, lo shampoo e rimettere le cose al loro posto. Inoltre devi stare attento a rispettare e non disturbare la vita interna della famiglia in cui sei stato accolto. Ti sveglia tanto!

M: Quali difficoltà hai riscontrato?
I: Innanzitutto i miei nuovi compagni della classe francese, che non mi hanno parlato nelle prime settimane, ma penso perché nel loro sistema scolastico, rifacendo ogni anno le classi e quindi trovandosi continuamente con persone nuove, non ricercano più nuove conoscenze, sono molto chiusi soprattutto all'inizio.
Poi con il tempo ho cominciato a legare molto,soprattutto con la mia vicina di banco e la ragazza che mi ospitava: siamo tuttora costantemente in contatto!

M: Consiglieresti questa esperienza?
I: Sicuramente, anche un anno intero!! Sì è difficile tornare, è difficile recuperare e rimettersi alla pari, però ti apre a nuovi orizzonti, ritengo che non si possa studiare una lingua e una cultura solamente sui libri e non si possa vivere sempre nella propria bolla perfetta e sicura, della tua piccola realtà; bisogna essere curiosi e sicuramente queste esperienze permettono di conoscere e crescere molto.

M:Come si svolge una giornata tipo francese? 
I: La scuola comincia alle 8 e finisce alle 17.30; durante le ore di lezione, ci sono ore buche, cioè ore di studio personale. Non ci sono interrogazioni, ma spesso avevamo verifiche a sorpresa.
In Francia trovo che nelle lezioni si cerchi molto di far riflettere lo studente sull'argomento trattato e proprio dalla riflessione poi si sviluppi l'intera lezione. È un aspetto che ho apprezzato molto!

M: I tuoi genitori sono stati subito propensi per questa esperienza? 
I: Sì, mio padre ci aveva già detto:- Vorrei che voi partiste!
È lui il primo a riconoscere in quest'esperienza una grandissima valenza educativa e formativa! Ovviamente è stato difficile dirmi di sì, ma i mezzi tecnologici di oggi permettono di tenersi molto bene in contatto anche a distanza.
Sono orgogliosa di loro perché hanno preferito mettere al primo posto il meglio per me piuttosto dei loro sentimenti nei miei confronti.

M: Il cibo invece?
I: La cucina francese utilizza gli stessi alimenti italiani ma cucinati in modo diverso.
La mensa a scuola era un bel momento, permetteva di socializzare molto, mangiavi e studiavi con gli altri.

M: Hai avuto dei momenti di difficoltà? Hai mai voluto tornare indietro? 
I: Sì: durante le prime due settimane, non ne potevo più: la gente non mi parlava e lì davvero ho messo mi sono chiesta se era stata una bella idea o no partire.
Ma adesso, una volta tornata, posso dire che è stata una delle esperienze più belle e più importanti per me e per la mia vita.

Marta Bruno (3D)