Quando il razzismo non è un' "opinione"

25 maggio 2020.
Il giorno in cui tutto il mondo pare essersi finalmente accorto di un parassita che infesta la nostra società da secoli. Un risveglio fin troppo tardivo, rispetto alle dinamiche che da decadi vengono riproposte, come un circolo vizioso ogni giorno dai mass media, troppo spesso ignorate da chi sente  il problema del razzismo come un lontano riverbero, perché gode di alcuni privilegi che a molti non vengono concessi e sembrerà strano leggerlo da una persona che di questi privilegi molto probabilmente gode, ma che ne è consapevole.
Negli anni ho potuto vedere ogni sorta di razzismo, manifestazioni fra le più subdole, gesti, azioni, parole, sguardi, espressioni, sorrisi compiaciuti dopo aver pronunciato la classica frase:" Io non sono razzista, ma", come se questa premessa togliesse il vero peso delle tue stesse parole, come se togliesse il peso di quel pregiudizio fortemente stereotipato in cui fermamente credi o lo togliesse dalla  visione distorta che avete di una particolare cultura o etnia.
Non dovrei essere solo io a parlare, forse non dovrei essere io a farlo , ma sfrutto questa opportunità ,mi assumo le mie responsabilità nel dire che partecipare alle manifestazioni, postare sulle storie, sui social, qualsiasi cosa che riguardi il razzismo senza poi agire concretamente contro lo stesso, lo vedo, personalmente come un gesto ipocrita, come se l'essere anti razzisti sia un qualche tipo di trend che a breve scomparirà, eclissato da una nuova moda.
Non lasciate che questa scintilla si spenga, conservate lo sdegno, la rabbia, non dimenticate che non è una differenza fisica, culturale, linguistica a creare delle barriere, ma la chiusura mentale, il non sapersi riconoscere prima di tutto come esseri umani.

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Fonte: Twitter
I moti violenti che ci sono stati in questi giorni negli Stati Uniti sono la chiara dimostrazione che il tarlo del razzismo nonostante gli anni, sia ancora ben radicato, mi sento in dovere, ancora una volta di puntualizzare che, le rivolte violente che sono scoppiate, non traggono origine solo dalle violenze della polizia, ma da tutti i tipi di violenza che vengono perpetrate nella società e nell'economia verso le minoranze, un esempio lampante può essere l'accesso alla sanità, distribuito in base al reddito;  non sto giustificando la distruzione che queste manifestazioni hanno portato, ma c'è anche da dire che c'era da aspettarselo, dopo anni di denunce, proteste pacifiche, la morte violenta di George Floyd ha risvegliato una rabbia troppo forte da contenere, perché non è stato il primo, non è stato l'unico, nè il solo, insieme a lui ci sono state tantissime vittime, di età e etnie diverse; poco tempo fa mi è giunta la notizia di Zohra Shah, di origini pakistane, venduta ad una famiglia benestante, uccisa dalla stessa perché aveva liberato degli uccellini, tutte vittime della stessa mano, che ha usato corpi diversi su cui accanirsi.

Irene Brioschi, 4^ BL