Pupi Avati al Sociale di Luino

Domenica 20 ottobre, il Teatro Sociale di Luino ha accolto Pupi Avati, noto regista e scrittore, per il conferimento del Premio "Piero Chiara alla carriera".

Due ore piacevolissime, durante il quale il regista ha intrattenuto il pubblico con ricordi, aneddoti, riflessioni (anche sulla capacità dei barman varesini di preparare ottimi drink!), che hanno mostrato da dove derivano le sue doti di regista: anche quando parla, ha la capacità di "far vedere" ciò che racconta, con ironia e una capacità affabulatoria uniche.

Ecco quindi che ci sono passate davanti le immagini di una Mariangela Melato agli esordi, che anche nella prima audizione aveva incantato tutta la troupe; il gruppo di amici con cui Avati aveva deciso di esordire nel mondo del cinema, in speranzosa attesa dell'apertura della lettera di un noto regista, che riportava questa unica frase "Non scrivetemi più!"; lo scherzo di un suo collaboratore, che era riuscito a contattarlo in un bar di Roma, spacciandosi per un noto produttore cinematografico: Avati ha descritto il suo stupore, la sua speranza, l'attesa e l'emozione di poter parlare per telefono con una persona così importante per la sua carriera: ma l'unico suono che aveva seguito il suo timoroso "Pronto" era stata una sonora pernacchia!
Sicuramente l'aneddoto più significativo è stato quello relativo alla sua collaborazione con Pierpaolo Pasolini, con cui aveva lavorato per la stesura di una sceneggiatura, lavoro intervallato dalla presenza affettuosa e premurosa della mamma del grande scrittore.

Le due ore sono volate e, al momento del conferimento del premio, sono state lette le motivazioni: “A un grande cineasta, che nella sua lunga produzione filmica, ma anche in quella squisitamente narrativa e meno nota, ha saputo giostrarsi con abilità su vari livelli espressivi, senza richiami modaioli e concessioni a gusti transitori, guidato da una misura che è qualità dell’animo.”

Al termine del lungo e piacevole evento, il regista si è intrattenuto con il pubblico e i propri ammiratori, per sottoscrivere le dediche personali sui suoi libri.

La Redazione