La 3C all'Università dell'Insubria

Riportiamo la prima esperienza che abbiamo vissuto all'Università dell'Insubria perché settimana prossima faremo una nuova full immersion nello stesso ateneo per concludere la nostra esperienza.

28/09/2018_ Siamo partiti dalla stazione di Luino alle ore 8.15 per arrivare alle 9.30 circa a destinazione; alle ore 10 abbiamo cominciato un’attività di microbiologia (assistiti da 3 microbiologi) in un laboratorio di chimica: ci hanno fornito di pipette usa e getta, un contenitore per gli scarti sigillato, dell’acqua deionizzata, del colorante cristalvioletto e di 2 contenitori. Il primo conteneva una cultura di batteri e il secondo sempre una cultura degli stessi batteri ma con all’interno anche del collutorio. I risultati di esperimenti precedenti dimostravano che non tutti i collutori “uccidono” i batteri ma addirittura alcuni ne incrementano la riproduzione. Lo scopo dell’esperimento era quello di rimuovere il liquido contenuto nei contenitori, inserire del cristalvioletto all’interno e poi sciacquare il tutto con l’acqua deionizzata; il cristalvioletto avrebbe dovuto aderire ai batteri per permetterci,  tramite uno spettrofotometro, di rilevare la quantità di batteri presenti in ogni cultura (più colorante era presente, più batteri c’erano all’interno). 
Abbiamo poi osservato al microscopio ottico dei batteri morti di diverse categorie e poi abbiamo fatto una breve pausa di 10/15 minuti. In seguito ci siamo poi spostati in un altro laboratorio: qui stavano facendo esperimenti su un nuovo farmaco sperimentale per combattere la schizofrenia. Dopo una breve introduzione e spiegazione sul funzionamento del farmaco, abbiamo iniziato a fare degli esperimenti, mescolando in dosi ben precise (grazie a  micropipette a volume variabile) delle sostanze che andavano a ricreare le reazioni chimiche presenti nel cervello che causano la malattia per poi inserire il tutto in uno spettrofotometro per rilevare la velocità con cui la reazione avveniva.
Nella prima partita misurata non era presente il farmaco, infatti abbiamo rilevato il valore più alto; nelle successive invece abbiamo aggiunto al composto, sempre in quantità maggiori, il farmaco, ottenendo valori sempre più piccoli. Infine abbiamo trovato la giusta quantità di farmaco da somministrare per ottenere un risultato pari a 0. 
Grazie ai ricercatori che ci hanno assistito, abbiamo creato un grafico rappresentante l’efficienza del farmaco in base alla quantità utilizzata. Siamo poi usciti dall’edificio in cui eravamo e ci siamo spostati in un altro dove abbiamo incontrato i 2 professori che ci assisteranno nel progetto che svolgeremo a marzo. Siamo poi partiti alle ore 13 circa per ritornare a casa.
Un ringraziamento al Prof. Gervasoni e alla Prof.ssa Catanzaro che ci stanno accompagnando in questa esperienza molto bella.

Gianmarco Maffioli (3C)