Il partigiano Cin e il suo amore per la libertà.

Sabato 26 maggio, dalle ore 10.00 alle ore 12.00, le classi del triennio del liceo “Vittorio Sereni” (sede di Laveno) hanno interrotto le loro lezioni per scendere nella palestra dell’istituto. Lì hanno ascoltato un frammento di storia, della loro storia.

Quel giorno è stato invitato a testimoniare, insieme ad alcuni rappresentanti e membri dell’associazione ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), un allegro anziano di 92 anni, dagli occhi accesi di spirito e carichi di memoria. Questo signore è Luigi Grossi, ma lo si ricorda con il soprannome di guerra “Cin”, rimastogli dai tempi del suo servizio volontario come partigiano. Ebbene, bastano poche parole del signor Grossi perché l’attenzione dei presenti si focalizzi interamente sulla sua voce, un racconto che un nonno orgoglioso dei suoi tempi tesse a un’ottantina di nipoti dall’interesse vivace.

Luigi racconta la sua avventura nella Resistenza al Fascismo: l’avventura di Luigi ai tempi nostro coetaneo, che combatteva volontario per un senso di libertà che ancora non comprendeva appieno, ma di cui ne capiva la suprema importanza. Molti partigiani, come lui, erano ragazzi, molti più grandi di lui, ma molti più giovani, tutti animati dallo stesso senso di libertà. Ad ogni partigiano veniva assegnato un soprannome di guerra, un sistema di sicurezza in caso di cattura dal nemico, e Luigi si presentò per essere arruolato scegliendo il nome di “Portos”, riferimento al più grosso dei moschettieri, cui lui si sentiva simile. L’ufficiale di arruolamento però venne a sapere del suo soprannome, con il quale era conosciuto da tutti nella città di Arona: “Tutti ti conoscono come Cin, e ti chiamerai Cin” gli disse il comandante.

Le sue parole sono chiare e dirette, proprio come quelle di chi racconta un’esperienza del giorno prima, ed il loro significato è denso. Riemergono le emozioni forti, allora provate, come le paure e la determinazione, ma soprattutto traspare in esse un sentimento di lotta, allora impulsivo, ora maturato e inquadrato dagli anni. Lotta per la libertà e per la pace, che come dichiara lui stesso è il motivo che lo spinge a mantenersi impegnato, nonostante la sua venerabile età.


Per l’ex-partigiano la libertà è fondamentale, e ciò va ricordato, in special modo alle nuove generazioni. Per concludere la sua storia, infine, ci mostra il suo congedo di guerra, carico di “parole pesanti (Campagna di guerra 1944, Campagna di guerra 1945)”. Parole che a primo impatto a molti di noi ragazzi sono sembrate semplici, quasi banali, una semplice annotazione che riporta due anni. Un periodo di tempo tanto breve per alcuni (a me personalmente sembrano volati gli anni al liceo), quanto intenso e interminabile per altri. Due anni carichi di eventi storici, che noi leggiamo in qualche riga di testo con disattenzione, ma che hanno plasmato la vita di tutti, fino ad oggi.
E’ stata una conferenza che, seppur non abbia aggiunto alcuna nuova informazione alla nostra conoscenza della Storia, l’ha sicuramente densificata, facendo riflettere, immaginare ai più il significato di frasi come “L’Italia ha resistito alla dittatura fascista”.

Dopo l’intervento dell’ex-partigiano, alcuni ragazzi hanno concluso l’assemblea leggendo lettere scritte da partigiani catturati e condannati a morte, dimostrando, a nome di tutti i presenti, l’interesse per la questione affrontata quel giorno, regalando soddisfazione e orgoglio a Luigi “Cin” Grossi, che si è congratulato, elargendo qualche stretta di mano e un sorriso, con i docenti responsabili e alcuni studenti.

Gabriele Gorni, 5A Laveno