Non per festeggiare, ma per ricordare.

Di fronte alle indescrivibili atrocità ricordate nella giornata della memoria, non si può restare indifferenti ma bisogna che la conoscenza e il rispetto per le anime di coloro che sono morti nei campi di concentramento vengano tramandate di generazione in generazione e che a noi giovani si passi il testimone della memoria.

La nostra Preside,
con il curatore della mostra e la Preside dell'Isis
Il signor Enzo Baccheschi, il cui zio è morto nel campo di Auschwitz, ha scattato delle foto significative e sicuramente molto toccanti, alcune delle quali sono state esposte fino al 3 febbraio nella mostra “ Ricordare per non dimenticare” nell’Aula Magna dell’Isis, che ha ospitato anche noi del liceo proprio nel Giorno della Memoria, condividendo questo momento di rispettoso dolore e silenzio.

Il monito di Primo Levi
Ogni anno vi è la ricorrenza di questo giorno e ogni anno si cerca di trasmettere lo stesso messaggio: siamo tutti uomini, come ha ribadito la nostra Preside, presente all’incontro insieme alla Preside dell’Isis e ad altre autorità cittadine. Il modo, però, con cui ci è arrivato quest’anno è stato diverso dal solito, assolutamente diretto e le loro parole hanno catturato la nostra attenzione per tutta l’ora: io non riuscivo a smettere di guardare quelle

immagini, segno di quanto possa essere perfido l’uomo, che cerca il modo migliore, costruendo dei campi di concentramento e di sterminio, per ottenere il suo crudele obiettivo. Inoltre, grazie alla spiegazione del creatore della mostra, abbiamo potuto comprendere più a fondo, per quanto possa essere possibile, come fosse la vita di un prigioniero o, meglio, come fosse la sua morte; 75 giorni, questa la massima speranza a cui potesse ambire, quella di potersi svegliare e lavorare per altri 75 giorni. Camminavano tutti a testa bassa, perché trovare anche un piccolo bottone poteva fare la differenza. Tutti erano solo dei numeri prima e dei pezzi dopo, da smaltire senza lasciare traccia dell’abominio commesso. Questa mostra è dedicata a loro, per non dimenticare.


Ringrazio di cuore per aver potuto partecipare all’incontro e spero che ci siano altre occasioni simili, perché bisogna vivere nella consapevolezza che questo è successo e che nonostante la storia, come affermò il filosofo Giambattista Vico, sia formata da eventi che si ripetono, è nostro compito evitare che questo succeda, attraverso il ricordo e la memoria di ciò che è accaduto.

Alla mostra hanno partecipato i rappresentanti
delle classi prime e seconde: qui le rappresentanti di 2AL


Martina Ceraudo (2B)